La Chiesa Cattolica irlandese ricorre al ricatto: se i matrimoni gay verranno approvati ci saranno ripercussioni sui fedeli etero


In vista del referendum del 22 maggio, quando i cittadini irlandesi saranno chiamati ad esprimersi sulla legalizzazione dei matrimoni gay, la Chiesa Cattolica ha deciso di ricorrere a vili ricatti. Qualora il matrimonio omosessuale dovesse vincere, la Chiesa cattolica dice di volersi rifiutare di celebrare anche i matrimoni contratti fra persone di sesso opposto.
L'intenzione è quella di impedire a circa 4.000 sacerdoti di poter celebrare cerimonie legalmente riconosciute, in modo tale che gli sposi siano costretti dover ricorrere necessariamente anche ad un rito civile. «Qualsiasi modifica della definizione di matrimonio -fanno sapere- creerebbe grandi difficoltà e alla luce di questo se ci fossero due definizioni completamente di matrimonio, allora la Chiesa non potrà più svolgere una funzione civile».
Più verosimilmente, però, è ipotizzabile che la Chiesa Cattolica voglia ricattare i fedeli. Circa il 70% dei matrimoni viene celebrato in una Chiesa e la scelta del mondo cattolico impedirebbe a molte spose di poter coronare il proprio sogno dinnanzi ad un altare. Da qui il ricatto colto a votare contro i diritti del prossimo pur di poter accedere a quello che la Chiesa vuole sia un privilegio riservato ad alcuni.
Inoltre si contribuirà anche ad alimentare odio e stigma sociale, ufficializzando il mancato riconoscimento dei matrimoni celebrati dallo stato.
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