La Nuova BQ sull'ambasciatore di Francia: va discriminato perchè la pedofilia nella Chiesa è tutta colpa dei gay


«La vicenda è una trappola politica architettata dalla Francia per spingere la Santa Sede a un riconoscimento formale dello stile di vita omosessuale». È quanto sentenzia La Nuova Bussola Quotidiana in merito alla vicenda dell'ambasciatore che il Vaticano proprio non vuole perché gay.
L'articolo del direttore Riccardo Cascioli (nella foto) sostiene anche che Hollande sia da biasimare perché non ha avrebbe sostituito in silenzio la candidatura ma avrebbe «fatto venire fuori la storia sui giornali francesi la settimana scorsa. Così ne è nato un caso che ora arriva anche a Bruxelles, con relative pressioni, fuori e dentro la Chiesa, per accettare Stefanini».
Si sentenzia così che: «è dunque ancora più importante che la Santa Sede non ceda al ricatto, proprio perché è evidente che in ballo non c'è il rispetto o l'accoglienza nei confronti di una persona con tendenza omosessuale, quanto invece l'uso di una storia personale resa pubblica per spingere la Chiesa a un cambiamento dottrinale in materia di omosessualità».
Insomma, tutto un ragionamento in cui non c'è alcuna correlazione fra cause ed effetti. Perché mai dovrebbe essere stato il Presidente ad informare la stampa quando è plausibile che i giornalisti si siano fatti da soli delle domande dinnanzi al mancato accredito dell'ambasciatore? E perché mai il permettere ad un gay di poter lavorare dovrebbe minare la politica omofoba della Santa Sede?

Tutte domande che probabilmente si è posto anche il vaticanista Andrea Tornielli che, dinnanzi alle ripetute prese di posizione integraliste sul tema da parte del sito ultracattolico, sul proprio blog ironizza:

Apprendiamo oggi dalla Nuova Bussola Quotidiana che anche il solo orientamento, la sola tendenza omosessuale, anche se vissuta cristianamente da praticante, cioè da persona che cerca con la grazia di Dio e con i sacramenti di seguire gli insegnamenti della Chiesa, costituirebbe un problema dottrinale, un peccato, un macigno insormontabile.

Critiche citate con rabbia dal direttone, sino allo sbottare una risposta assai singolare: «È evidente che la questione dell'omosessualità di Stefanini non è più una questione di vita privata. La misericordia quindi non c'entra proprio un bel nulla così come la pubblicazione dei tre paragrafi del Catechismo che parlano di omosessualità».
A mandarlo su tutte le furie probabilmente è l'aver citato Il Catechismo della Chiesa Cattolica, assai esplicito nel sostenere che «si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione» nei confronti degli omosessuali. Ma dato che lui vuole discriminare, così come prassi, anche lui pare intenzionato a citare quei testi solo per alimentare odio senza dimostrasi disposto a piegarsi alle regole che vuole imporre agli altri.

Ormai privo di freni inibitori, l'articolo si lancia anche in un attacco all'omosessualità, sostenendo che «La Nuova BQ da sempre denuncia l'esistenza di una potente lobby gay in Vaticano, che sicuramente anche in questa occasione sarà al lavoro [...] E del resto basterebbe andarsi a rivedere cosa è successo allo scorso Sinodo per rendersi conto della potenza di questo gruppo». Ed ancora: «Esiste un'istruzione della Congregazione per l'educazione cattolica che riguarda specificamente l'ammissione nei seminari di persone con tendenze omosessuali, dove si afferma chiaramente che: "La Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay"».

Citata una regola discriminatoria che comunque non parrebbe riguardare gli ambasciatori di stato, il girrnale si scaglia nel sostenere che «non sarà inutile ricordare a questo proposito che quello che comunemente viene definito "scandalo della pedofilia" è in realtà soprattutto uno scandalo dell'omosessualità visto che per oltre l'80% dei casi di abuso sui minori verificati si deve parlare tecnicamente di omosessualità (efebofilia) e non di pedofilia. Dunque, pur con la massima misericordia e rispetto per ogni persona, anche l'orientamento sessuale per certi uffici costituisce un problema».
Insomma, i gay sono dei pedofili (tipica frase inaccettabile a cui ricorre chiunque voglia offendere i gay senza avere la benché minima argomentazione per poterlo fare).
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