Neonazisti attaccano la libreria gay-friendly: «La propaganda gay è un crimine»


Ancora una volta è attraverso la violenza e l'intimidazione che i gruppi anti-gay cercano di imporre la propria ideologia in difesa dell'omofobia e della discriminazione. A farne le spese è stata la libreria Marcovaldo di Cava de' Tirreni, sede di un dibattito sull'omogenitorialità organizzato dalle Famiglie Arcobaleno.
Numerosi estremisti si sono coordinati attraverso Internet per lanciare un attacco alla pagina Facebook della libreria, diffamandola e riempiendola di giudizi negativi che potessero danneggiarne l'immagine. Il tutto inneggiando ai soliti slogan anti-gay. Tra i vari messaggi pubblicati era possibile leggere frasi come «La famiglia è una sola. Le scimmiottature non sono famiglie», «L'unica vera famiglia è composta da un padre e una madre. Non possiamo essere favorevoli alle adozioni gay e tanto meno al fatto che ai bambini vengano indottrinati dalle lobby gay», «Boicotta le librerie gay-friendly. Non permettere alle lobby gay di traviare le future generazioni! In un paese civile la propaganda gay è un crimine».
In molti si sono poi messi anche a pubblicare immagini pornografiche, forse nell'intento di riuscire ad ottenere la chiusura della pagina.

Non troppo a sorpresa, basta navigare fra i profili che hanno scritto quei commenti per notare come tutti riportino numerose immagini sacre e risultino simpatizzanti di gruppi come La Manif Pour Tous, i circoli di Adinolfi, Forza Nuova, Lega Nord, Notizie Provita, Casa Pound, i Giovani Fascisti Italiani, le Sentinelle in Piedi, Lo Sai.eu... insomma, le solite realtà che da anni cercano di istigare all'odio nei confronti della comunità gay e che con il tempo sono finite con l'organizzare veri e propri plotoni.
In alcuni casi ci sono stato anche interventi diretti, come il circolo Voglio la mamma di Modena che ha pubblicamente espresso apprezzamento per alcuni di quei messaggi. Allo stesso modo alcuni noti gruppi di incitamento all'odio verso i gay risultano fra i commentatori della pagina che ha lanciato l'iniziativa, firmandosi nel dare il proprio appoggio ad immagini che mostrano manganelli griffati con il nome di Mussolini (con tanto di immagini che incitano ad usarli sulle teste degli immigrati).

Fortunatamente l'ondata d'odio è stata fermata da una serie si frequentatori della libreria che hanno iniziato a replicare ai vari attacchi. «All'iniziale sconforto è seguita una vera e propria ondata di felicità e di incredulità per tutto questo sostegno incondizionato», ha commentato la libreria su Facebook.
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