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Anche Arcigay aderisce alla protesta contro la riforma della scuola di Renzi

Domani, 5 maggio, anche Arcigay aderirà alla sciopero contro il disegno di legge "La buona scuola" in esame alla Camera.
Tra i punti contestati c'è un allargamento delle disuguaglianze sociali e territoriali, inserendo anche nuovi finanziamenti alle scuole private che potranno accedere anche a nuove forme di finanziamento (dal 5% per mille delle dichiarazioni dei redditi alle detrazioni fiscale fino a 400 euro all'anno riservate a chi frequenta istituti privati). I poteri del preside verranno allargati a dismisura e verranno ridimensionati quelli degli organi collegiali, così come precari che insegnano da anni verranno licenziati per liberare i posti necessari a nuove assunzioni.
Per capire l'entità del problema basta dare uno sguardo alle motivazioni che hanno portano i ciellini di Tempi a candeggiare la norma, con tanto di articoli che inneggiano ad una scuola cristiana e chiusa a «dislessici, ragazzi con difficoltà di apprendimento e soprattutto stranieri».

«Docenti, studenti e studentesse -spiega Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay- saranno domani protagonisti di una grande mobilitazione, indetta dai maggiori sindacati italiani. Una protesta unitaria, come da anni non si vedeva, in difesa della scuola pubblica e del suo ruolo nella nostra democrazia. Anche Arcigay sostiene le istanze delle lavoratrici, dei lavoratori della scuola, delle studentesse e degli studenti: come tutte e tutti loro siamo preoccupati che la scuola pubblica italiana, già vessata negli ultimi anni da pesanti tagli, venga ulteriormente indebolita e si trasformi in un luogo di competizione e disparità, come la riforma lo descrive, perdendo definitivamente la sua funzione fondamentale per il cambiamento e la crescita del nostro Paese. Riteniamo che il diritto all'istruzione, sancito dalla nostra Costituzione, possa essere garantito e promosso solo da una scuola pubblica in cui la libertà di insegnamento, la formazione dei docenti, classi meno numerose e investimenti seri e mirati siano gli elementi fondamentali. La scuola italiana ha bisogno senza dubbio di essere riformata: occorre intervenire con urgenza su tutti i fattori che determinano nel nostro paese una disparità di istruzione. Occorre parlare, perciò, di accesso all'istruzione, di abbandono scolastico e dei terribili deterrenti che l'ambiente scolastico produce, primo fra tutti il bullismo, spesso di origine omotransfobica. La scuola pubblica così come è stata delineata dalla nostra Costituzione, rappresenta il luogo privilegiato in cui riconoscere il diritto di tutti ad essere sostenuti nel cammino verso "il pieno sviluppo della persona umana", attraverso la rimozione degli "ostacoli di ordine economico e sociale", che limitano di fatto "la libertà e l'uguaglianza dei cittadini". Proprio per questo nelle scorse settimane le associazioni lgbt (A.ge.d.o., Arcigay, Arcilesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno e Gay center) hanno promosso una petizione on line che ha già raccolto più di 23.000 firme, tra cui quelle di importanti esperti del settore e di sindaci come Luigi De Magistris e Giuliano Pisapia, e che chiede al premier interventi incisivi di contrasto al bullismo omotransfobico nelle scuole, innanzitutto attraverso la piena attuazione e il rafforzamento della “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere (2013 -2015)”, anche nella prospettiva del triennio 2016-2018».


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