Debutta oggi a Torino lo spettacolo teatrale "La mia massa muscolare magra"
Dal 7 al 17 maggio è in scena a Torino "La mia massa muscolare magra". Inserito all'interno della programmazione del Torino Fringe Festival, lo spettacolo teatrale è stato scritto da Tobia Rossi per la regia di Manuel Renga.
Si tratta di una commedia surreale che racconta la vita di Dario, un aspirante attore trentenne che galleggia in una routine di sesso occasionale con ragazzi sempre diversi procacciati tramite Grindr. Durante una forsennata nottata in discoteca conosce Luca, un enigmatico stilista per il quale perde totalmente la testa: la scoperta dell'amore e l'affondo in un sé più autentico costringono Dario a guardare dentro la più profonda delle sue ferite scatenando una guerra tra mondo virtuale e mondo reale, tra paure e coraggio, tra nevrosi e vita autentica. Un monologo scandito in quadri di 10 minuti: il tempo consentito per ogni intervento ai partecipanti al gruppo di auto aiuto per web-dipendenti che Dario frequenta.
Sarà una discesa nell'anima di una creatura ferita con una possibile occasione di riscatto nascosta dietro ai portoni di Milano.
La nota alla regia precisa come «La mia massa muscolare magra vuole essere una riflessione anche sulla dipendenza che provoca una sorta di asfissia mentale, dove manca l'aria, manca l'ossigeno, manca lo spazio per far emergere sogni e desideri. Manca lo spazio vitale per qualsiasi altra persona che voglia interagire con te. Lo spazio dello spettacolo è quello reale della palestra in cui queste sedute di auto-aiuto vengono organizzate. Ci sono parallele, tappetini, pertiche, ma anche sedie. La struttura del cerchio domina la scena, un cerchio di sedie in cui prendono posto le persone che partecipano alla seduta, un cerchio di sedie in cui sarà seduto il pubblico chiamato ad ascoltare, accettare, decidere. Il cerchio per sua natura pone tutti i punti alla stessa distanza da un centro vuoto, e non presenta ostacoli di nessun genere per raggiungerlo. Qual è il centro di una persona? Qual è la distanza che si può tenere dagli eventi raccontati? Quindi prevediamo un rapporto particolare tra pubblico ed attore, una sorta di condivisione dello spazio che si allargherà a condivisione di una storia personale, di paure, nevrosi e istinti violenti. Il cerchio è elemento che modifica, che trasforma: l'interno di questo cerchio sarà spazio di azione delle pulsioni e delle spinte dell'uomo, sarà lo spazio della mente, sarà l'arena dove gli istinti si combattono e dove si origina il comportamento. I quadri delle sedute che rappresentano gli interventi di Dario saranno decisi dal campanello che delimita i dieci minuti a disposizione e poi solo gli squarci della mente potranno respirare».