I lettori de Il Giornale: «I bambini gay non esistono, giocano solo a fare il frocetto»

Una volta tanto Il Giornale non ha speculato sull'omosessualità e ha deciso di raccontare l'esperienza di varie associazioni che aiutano i genitori ad affrontare la notizia dopo il coming out dei figli. Nell'articolo si spiega anche come l'Università di San Francisco abbia sottolineato che «nei decenni passati molti gay preferivano non comunicare la loro sessualità per paura di discriminazioni e intolleranza, ma la nuova apertura della società contemporanea, visibile in primis nei prodotti culturali di massa, ha permesso a molti di fare coming out senza timore. E i bambini nati e cresciuti in questo nuovo periodo hanno potuto avvicinarsi molto prima alle tematiche gay, trovando risposte a dubbi e domande che in passato erano tabù».

Il dato ovviamente si riferisce agli Stati Uniti e non certo all'Italia, dove destre ed enti religiosi sono particolarmente impegnati nel difendere un clima d'odio in cui i ragazzi si possano trovare in difficoltà nel vivere la propria sessualità per timore di ripercussioni da parte della società o della famiglia.
In fondo siamo un Paese dove i giornali cattolici festeggiano dinnanzi all'ennesimo convegno omofobo e dove gli effetti di una quella propaganda martellante stanno dando i primi frutti nel convincere parte della popolazione che eventuali figli gay debbano essere trattati come "malati" o come "diventati gay per colpa della TV".
Una campagna così martellante sta iniziando a dare i suoi frutti e non c'è alcun dubbio che certe prese di posizione risuonino come un vero e proprio campanello d'allarme per chiunque aspiri ad un mondo in cui i genitori non siano i primi carnefici dei propri figli.

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