L'invasione russa è già iniziata? Il caso di LoSai.eu


Si chiama LoSai.eu ed è un sito che si propone al pubblico con un modello di denuncia complottista. Parlano di nuovo ordine mondiale, di lobby massoniche, di scie chimiche e di antibiotici che uccidono... eppure ma basta leggere qualche articolo per iniziare a dubitare della loro buona fede.
I loro articoli appaiono sempre inneggianti alla Chiesa cattolica e al presidente russo Putin, quasi si trattasse di un preciso piano di propaganda. Si sostiene che l'Europa voglia uccidere i suoi cittadini ma poi si loda chi ha sotterrato rifiuti tossici attorno a Sochi. Ci si lamenta che presunte lobby vogliano controllarci, ma poi si esige la piena sudditanza alla Chiesa (una lobby reale che per secoli ha deciso il destino del mondo occidentale).
Putin viene dipinto come il miglior politico dell'universo e Salvini pare seguirlo a ruota nelle loro preferenze. Considerato come lo staff dichiarato non appaia certo in grado di trattare con dei governi, ci sarebbe da chiedersi perché mai risultino partner dell'agenzia statale russa Sputnik (che giusto lo scorso febbraio ha inaugurato un portale in lingua italiana). Così come ci sarebbe da chiedersi perché anche in quella circostanza al loro fianco ci sia l'associazione leghista Lombardia-Russia (la stessa che ha aperto le porte del partito alla propaganda di Alexey Komov).
Insieme all'associazione ProVita (che regolarmente pubblica articoli su LoSai.eu), Komov ha attraversato l'Italia per diffondere paura nella fantomatica «idologia gender» e per indicare la sottomissione alla Russia l'unica soluzione possibile. Ed è sempre lui a non aver nascosto di sapere bene come una simile politica, condotta insieme a destre e secessionisti, possa destabilizzare una nazione.

Non sarà forse che un sito che cerca di diffondere paura (e di indicare Putin come soluzione) possa far parte di quella propaganda? Anche perché se il problema fossero i complotti, nella loro pagina Facebook ci potremmo aspettare apprezzamenti per Adam Kambler anche se poi troviamo pagine che si oppongono al contrasto dell'omofobia, quelle in cui si sostiene che i gay debbano guarire, il gruppo omofobo di Adoinolfi e persino il blogger che si era rivolto ad un medico dopo aver dato la mano ad un gay.
Anche Gianfranco Amato (presidente dei Giuristi per la Vita e firma di alcuni loro articoli) non ha certo pensato alle scie chimiche nel videomessaggio che lo scorso febbraio gli ha rivolto per ringraziarli, ma ha esordito con un: «A tutte le cellule di LoSai, rigorosamente omofobe, un saluto fraterno e vi invito a combattere per la verità. Dio Cristo Re!».

I contenuti proposti dal sito sono stati più volte oggetto delle attenzioni di esperti anti-bufala, esterrefatti dinnanzi a chi si è lanciato in tesi criminali come il sostenere che un ragazzo non debba farsi problemi ad avere rapporti occasionali non protetti dato che l'HIV non esiste e che l'uso del preservativo sia inutile.
Altre bufale riguardano il sostenere che l'Italia regali oro alle banche, che tutti i farmaci siano dannosi per la salute o che il fluoro sia velenoso. In chiave filo-russa si è poi passati ad affermare che la Russia abbia trovato il modo di fornire energia gratuita all'intero pianeta, che le elezioni statunitense siano state truccate o che i russi siano riusciti a fotografare l'anima.
All'appello non mancano neppure notizie inventate di sana pianta, come la finta censura del canale Russia Today da parte degli Stati Uniti (mai avvenuta) o il predicatore che dicono sia stato arrestato «perché leggeva il Vangelo» (cosa non vera, dato che in realtà stava insultando i passanti ed è stato fermato in base al Public Order Act, la norma inglese che vieta comportamenti violenti nelle strade).

Ma in mezzo a questo mare si bufale, il loro bersaglio preferito restano i gay. Nei loro articoli dicono che «l'orientamento sessuale, come ben sappiamo, è una deviazione dalla normalità. Sappiamo benissimo che i cromosomi che identificano il sesso sono due X e Y e sappiamo altrettanto bene che uomo e donna sono fatti l'uno per l'altra sia fisicamente che moralmente, si completano». Da qui passa poi al sostenere ripetutamente che i gay siano da ritenersi anormali dato che «l'omosessualità non è determinata geneticamente ma influenzata».
Dicono anche che i gay vogliono uccidere il Papa, vogliono sdoganare la pedofilia, non devono assolutamente poter diventare preti, rendono dei drogati i loro figli e devono essere equiparati a chi pratica pedofilia, zoofilia, necrofilia ed incesto... insomma, ogni male è colpa dei gay (compresi i preti pedofili che a loro dire sono tali solo perché gay).
Ancor più deliranti sono gli articolo in cui si sostiene che la lotta per i diritti lgbt sia stata predetta nel 403 da San Nilus quale segno della venuta dell'Anticristo o che l'Unesco abbia piani segreti per "rendere gay" la metà dell popolazione mondiale.
Contro il matrimonio egualitario, infine, ripropongono un articolo di Tempi in cui si sostiene che gli psichiatri inglesi abbiano ammesso di aver mentito al governo nel non identificare l'omosessualità come una patologia.

L'elenco sarebbe poi ancora lungo, ma quale somma dell'omofobia del sito si potrebbe citare un articolo firmato da Gianfranco Amato, nel quale si sostiene che l'Italia sia fra le dieci nazioni più gay friendly al mondo. Una vera e propria bufala dato che la ricerca citata e realizzata dal Pew Research non prende in considerazioni tutti gli stati del mondo e l'Italia risulta al penultimo posto fra i paesi europei presi in esame, ma sufficiente perché l'avvocato sostenga che non sia necessario muovere un solo dito per migliorare la qualità di vita della comunità lgbt.
Eppure è da quelle premesse che Amato si lancia nel sostenere che Matthew Shepard sia stato assassinato perché «in possesso di una scorta di metanfetamine» e nell'affermare che «conoscesse i suoi assassini, con i quali aveva avuto persino rapporti sessuali».
Shepard è un ragazzo che a soli 20 anni che venne brutalmente ucciso nell'ottobre del 1998. Venne derubato, picchiato e lasciato morire legato ad una staccionata. Il suo corpo tumefatto fu trovato da un ciclista solo 18 ore più tardi: il cuore non aveva ancora smesso completamente di battere ed il suo volto era ricoperto di sangue ad eccezione di dove era stato lavato dalle sue lacrime. Per più di mille minuti era rimasto lì, solo e spaventato, a piangere. Eppure Amato non si fa problemi a calpestare la sua memoria e il suo dolore nel nome della sua ideologia, basando le sue tesi su una macchina del fango messa in moto al solo fine di gettare discredito sul ragazzo che ha dato un impulso vitale alla lotta di liberazione dei gay.
Anche perché oggi Amato potrà anche sfruttare la morte di un 20enne per sostenere che «l'abile macchina mediatica omosessualista» abbia ripulito la sua immagine, ma mai potrà spiegare perché la comunità cattolica locale si adoperò per cercare di impedire che la pena di morte venisse adottata in quel caso specifico, quasi a voler difendere chi aveva ucciso un gay.
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