Ora l'associazione Provita vuole imporre la sua «buona e sana educazione»


Di ritorno dal suo tour europeo per diffondere discriminazione in Europa dell'est (insieme ad Alexey Komov e al Patriarcato di Mosca, l'associazione Pro Vita ha organizzato un ciclo di conferenze nella Repubblica Ceca, in Slovacchia e in Ungheria sostenendo si trattasse di terre più fertili al loro messaggio), Tony Brandi si accinge a tentare nuovamente di imporre la sua ideologia alla società. Ed ancora una volta si tenterà di farlo trasformando le scuole in un organismo di rieducazione ideologica in chiave omofoba ed inneggiante a Putin.

Si inizierà il 6 giugno a Bologna, quando il convegno "Gender: proposte concrete di buona e sana educazione" tenterà di indottrinare genitori e insegnanti sulla necessità di non contrastare la violenza omofoba per preservare gli stereotipi di genere.

Marco Scicchitano, un personaggio vicino a Mario Adinolfi e Costantina Miriano nonché autore di un libro intitolato "Educare al maschile e al femminile", si occuperà di «informare genitori, famiglie, operatori scolastici e tutti gli interessati sui rischi di un’educazione affettiva e sessuale fuorviante, spesso effettuata in ambito scolastico in maniera subdola tramite piani formativi poco chiari o ambigui». Gli farà eco la giornalista di Radio InBlu Raffaella Frullone, collaboratrice di alcune note testate anti-gay come Tempi, Il Timone e La Bussola Quotidiana.

Basta dare uno sguardo alla presentazione del libro pubblicata sul sito delle Edizioni Paoline per accorgersi di quale sia l'ideologia contenuta in quelle pagine. Si sostiene che in Italia si parli poco di genere «per la paura a non volersi esporre e affermare alcune verità e quindi per non essere tacciati come discriminatori o reazionari o retrogradi».
Insomma, la premessa è che tutto il mondo menta e che la verità assoluta sia detenuta da chi conduce una battaglia contro corrente per sostenete che i gay debbano essere esclusi dalla vita civile o le donne debbano necessariamente essere sottomesse all'uomo. Non a caso è da lì che si parte, con «un breve excursus su come è stata concepita la mascolinità e femminilità negli ultimi cinquant'anni e l'evoluzione storica, sociale, culturale». Un modello che evidentemente deve essere impoto, dato che si sostiene che genitori ed insegnanti debbano propinare degli stereotipi ai ragazzi attraverso «un idoneo atteggiamento fatto d'intuizione e prudenza da parte dei genitori ed educatori nell'incanalare le potenzialità dell'essere maschio o femmina dei propri figli o allievi e nel proporre un modello coerente e credibile».

Un'ulteriore conferma giunge anche dalla locandina stessa dell'evento, nella quale viene raffigurato come un uomo debba andare a caccia, bere birra e guidare l'auto; dna donna deve sfornare figli, bere cocktail e fare la maglia.
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