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ProVita va da Mattarella per chiedere una scuola più sessista ed omofoba

Alla fine la petizione omofoba di ProVita è stata simbolicamente consegnata al Presidente della Repubblica. Sottoscritta anche dall'Associazione Italiana Genitori, dall'Associazione Genitori delle Scuole Cattoliche, dal Movimento per la Vita e dai Giuristi per la Vita, la petizione chiede l'immediata cessazione di qualunque progetto anti-discriminazione d anti-omofobia nelle scuole, sostenendo che l'educazione alla diversità «rischia di rovinare, fin dalla tenera età, i cittadini più deboli e più bisognosi di tutela, e, in ultima analisi, l'Italia di domani».
Vin da sé che in sestultimo gruppo non vengono fatti rientrare tutti quei bambini che vengono picchiati, insultati o emarginati per il loro orientamento sessuale, così come ci sarebbe da chiedersi quale futuro auspichi chi sogna un'Italia sottomessa alla Russia di Putin.

Nonostante le ripetute proroghe, il numero finale di rime dichiarate è di 180mila. Un numero relativamente basso se si considera come il processo stesso di sottoscrizione invitasse a firmare più volte senza neppure prendersi la briga di cambiare indirizzo email. Totalmente assente era anche la verifica delle caselle email inserite o della corrispondenza fra CAP e città. Ben evidente, invece. era lo spazio dedicato al cercare di spillar quattrini ai malcapitati.
In pochi minuti era dunque possibile sottoscrivere la petizione più volte, con i nomi o i dati pèiù finti che potessero venire in mente.

E se è pur vero che nessuno avrà potuto utilizzare il pulsante di condivisione proposto dal sito (un grossolano errore nell'html ne inibiva il funzionamento, ndr), anche i dati registrati dall'url corretta non appaiono un successo dato che si sta parlando di sole 73 condivisioni totali. Magari i nominativi raccolti per strada dalla Lega Nord, da Forza Nuova e da varie parrocchie saranno stati verificati con un mino di dovizia in più, ma il fatto che il loro numero non sia stato reso noto lascia pensare che non si stia parlando di una frazione così significativa.
A voler poi infierire c'è un altro fatto che non passa inosservato: modificando l'url della petizione era possibile far credere che si stia votando per qualcos'altro. Anche in questo caso ci viene chiesto di fidarci di loro e di non ipotizzare che qualcuno ne abbia approfittato per raccogliere nominativi in modo poco trasparente...
Ricapitolando, dunque, tolta la verifica da parte di soggetti terzi e tolta qualsiasi verifica ai nominativi inseriti, la parte interessata si è auto-certificata un numero di firme senza che nessuno possa verificare. E noi ci dovremmo fidare.

Va notato che tale prassi appare assai abusata da tutti i soggetti omofobi d'Italia, al punto che la La Manif Pour Tous ha persino fondato un proprio sito di votazione online che gli togliesse il fastidio di dover sottostare alle rigide regole imposte dai sistemi utilizzati dal resto del mondo. Ed è qui che troviamo 50mila firme per chiedere alla Corte Suprema degli Stati Uniti di vietare i matrimoni gay, 109mila a sostegno del referendum omofobo slovacco o 293mila in favore di Asia Bibi... insomma, cifre raccolte con le medesime modalità non certificate ma al cui confronto il risultato di ProVita appare assai misero. Anzi, proprio su quella piattaforma il progetto di ProVita lanciato lo scorso dicembre non si è neppure avvicinato al traguardo prefissato.

E ora, sulla base di tutto questo, si riba del tempo prezioso al Capo dello Stato per chiedere che i diritti costituzionali di una parte dei cittadini siano calpestati nel nome del loro pregiudizio.


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