Adinolfi accusa i gay di aver censurato la Miriano (ma neppure lei ne sa nulla)
«Non scriverò più una parola su questo social network finché non sarà riaperto il profilo di Costanza Miriano». È quanto dichiarato su Facebook da Mario Adinolfi. Il direttore de La croce ha poi aggiunto: «va bene l'arcobaleno obbligatorio, va bene il pensiero unico che è ormai un unico pensiero, ma se si tappa la bocca a una scrittrice come Costanza, uccidendo così platealmente la sua libertà d'espressione, senza che nessuno reagisca (quando dovremmo reagire tutti) allora siamo davvero alla psicopolizia di Orwell. Il bavaglio a una scrittrice è una ferita alla civiltà. Conto nel sostegno soprattutto di chi non la pensa come me, di quelli che erano Charlie».
Insomma, Adinolfi accusa apertamente i gay di aver fatto chiudere l'account della sua amica. Il messaggio risulta essere stato pubblicato il 28 giugno alle ore 20.29.
Ovviamente il vittimismo di Adinolfi ha raccolto il plauso dei suoi fedelissimi, pronta a rilanciare commentare l'«incredibile la violenza con cui il mondo lgbt cerca di tappare la bocca a chi non si uniforma al loro pensiero» attraverso azioni compiute da «quei fascisti degli omosessuali».
C'è anche chi si è persino lanciato nel confermare la versione di Adinolfi e nel creare paura attraverso notizie prive di qualunque fondamento: «Non è il primo caso -lamenta- perché su Facebook c'è libertà per tutti ma non per i cattolici? Amici dell'America Latina mi hanno riferito che questo social sta bloccando ed addirittura eliminando accounts che commentano e pubblicano cose contro la teoria gender, le sataniche pratiche che concernono l'omosessualità. Da un momento all'altro potremmo essere bloccati forse o addirittura eliminati! Questo vale anche per i gruppi!». ma dinnanzi ad un simile odio verso i responsabili (che Adinolfi ha chiaramente indicato come i cattivissimi gay).
Peccato che la Miriano non sapesse neppure che la sua pagina Facebook fosse stata bloccata. Alle 22.13 (poco meno di due ore dopo) scrive:
Ringrazio commossa tutti gli amici per l'ondata di solidarietà e di affetto a valigiate ricevuto in queste ore. Ero a fare una lunga passeggiata con la famiglia, poi messa e ancora passeggiata.... Così non ho avuto accesso a Internet dalle 17 fino a ora (il mio telefonino è degli anni '40, fa solo chiamate e per gli sms ha una convenzione con una ditta di piccioni viaggiatori). Ho ricevuto messaggi e telefonate da cui ho saputo che il mio profilo fb era stato bloccato e poi sbloccato, e non ho la più pallida idea del perché. Se qualcuno voleva farmi un dispetto, mi dispiace tantissimo per lui ma non c'è riuscito, anzi. Mi ha solo fatto ricordare quanto è bello essere amici, essere una vera Compagnia. Grazie a tutti (anche ai dispettosi).
Il messaggio precedente risale alle 13.04, quando la Miriano sostenne che «il massimo del paradosso è che a impossessarsi del simbolo dell'arcobaleno siano state proprio le unioni che hanno esattamente il problema di essere monocolori (e infeconde, perché in natura la vita viene solo dall'incontro delle differenze)». Da quell'insulto al messaggio successivo sono dunque passate 9 ore durante le quali è lei stessa a dire di non essersi collegata. Dice anche di non aver ricevuto informazioni sul blocco (che se fosse stato tale avrebbe previsto una notifica) e dichiara implicitamente che le durissime accuse lanciate da Adinolfi verso i gay non siano altro che illazioni.
Altrettanto interessante è il constatare come i nomi di chi si è stracciato le vesti dinnanzi all'annuncio di Adinolfi appaiono gli stessi di chi plaude quando persone che lavorano per Provita Onlus si vantano di avere le prove di come si sia riusciti a chiudere la bocca a Belotti. Evidentemente si pensa che la libertà sia a senso unico e debba valere solo per una parte...
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