Approvata in seconda lettura la legge anti-gay del Kirghizistan


Con 90 voti a favore e solo 2 contrari, il palmento del Kirghizistan ha approvato in seconda lettura un progetto di legge che intende vietare la «propaganda di orientamenti sessuali non tradizionali» sulla scia della controversa legge russa, firmata da Putin nel 2013.
Qualsiasi opinione positiva riguardo all'omosessualità sarà considerata punibile con multe o con il carcere. La limitazione alla libertà di parola coinvolgerà sia singolo che organizzazioni e coinvolgerà tutte le fasce d'età (e non solo i minorenni come in Russia). Prima che la proposta possa essere tramutata in legge servirà una terza votazione e la firma del presidente.

Il deputato Kurmanbek Dyikanbaev, autore della proposta di legge, ha recentemente preso parte anche una manifestazione in cui si sono bruciate fotografie di persone gay e si sono esibiti cartelli omofobi. Solo pochi mesi fa un altro deputato, Narynbek Alymkulov, chiese di «mettere a morte pubblicamente tutte le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali del paese». Questo nonostante l'omosessualità non sia illegale in Kirghizistan.

«Una legge che obbliga le persone lgbt del Kirghizistan a vivere nella paura e che nega loro il diritto alla libertà di parola e di riunione è pericolosa -ha commentato Ty Cobb della Human Rights Campaign- queste tipologie di leggi e la retorica che li circonda finisce solo per armare la mano dei bigotti che intendono danneggiare le persone lgbt». La norma è già stata condannata anche dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, dal Parlamento Europeo e dal governo degli Stati Uniti d'America.
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