Brasile: 14enne assassinato perché gay


Rafael aveva solo 14 anni. È stato lapidato a morte: il suo corpo senza vita è stato ritrovato lungo la strada che percorreva ogni mattina per raggiungere la casa della nonna che l'attendeva per colazione.
I fatti sono accaduti lo scorso sabato a Santa Catarina, in Brasile. Il suo cranio è stato spaccato con un masso, la schiena spezzata con un bastone.
Davanti a lui c'era ancora tutta una vita da vivere: Rafael sognava di diventare un grande stilista e passava ore ed ore a confezionare vestiti per le bambole delle sorelle. Eppure è quella sua passione ad averlo condannato. I compagni di scuola lo prendevano in giro per il suo modo di camminare e di parlare, deridendolo costantemente. La madre tentò di parlarne con gli insegnanti ma riferisce di non essere stata presa in considerazione. Decise così di suggerire al piccolo di non reagire, in modo da non offrire pretesti per essere picchiato. Rafael iniziò a tenersi tutto dentro e a mandar già tutte quelle offese.
«Era deriso continuamente, per questo aveva pochi amici -racconta la donna- era un ragazzino molto solo e chiuso, ma era davvero speciale». La madre lavorava assiduamente nella speranza di poter mettere via abbastanza soldi per poterlo portare via da quel quartiere e dall'inferno che doveva affrontare ogni giorno.

All'indomani dell'omicidio, la madre si disse certa che il delitto non potesse essere stato consumato a causa di una reazione del piccolo dinnanzi ad insulti omofobi. Il ragazzo sopportava, sopportava sempre. In silenzio.
Ed infatti le indagini hanno condotto ad un'altra spiegazione: ad ucciderlo pare sia stato lo zio che riteneva un affronto la sua presunta omosessualità. L'uomo è attualmente l'unico indiziato e la sorella di Rafael ha raccontato di averlo visto di fianco al cadavere con in mano un bastone.
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