Caro Adinolfi, chiedere il rispetto delle leggi non è una «discriminazione» verso nessuno
Ormai non se ne può più. Incessantemente impegnata nel creare odio sociale nei confronti della comunità lgbt, non c'è giorno senza che La Croce di Adinolfi se ne esca con una qualche rilettura ideologizzata della verità. In un articolo firmato da Elisabetta Pittino, il sito integralista si affida ad un documento redatto da un'organizzazione omofoba inglese sostenendo che 30 persone sarebbero state discriminate perché la legge gli avrebbe impedito di discriminare.
Si parte con Adrian Smith che dicono «è stato degradato, ha subito la riduzione del 40% dello stipendio per avere scritto che i matrimoni gay in chiesa sarebbero "una uguaglianza troppo ampia". Quattro parole scritte nel suo tempo libero, su Facebook, nella parte non visibile al pubblico. Cattivo! E se a scuola ti rifiuti di leggere un libro di fiabe che promuove l'omogenitorialità, allora può avvenire, come ad un insegnate di Londra, che non sarai più insegnate, ma insegnate di sostegno. Certo la scuola voleva promuovere l'omosessualità».
Curiosamente il giornale di Adinolfi si è dimenticato di notare che la riduzione dello stipendio di Smith sia stato deciso dai giudici sulla base di un contratto firmato con la propria azienda in cui si impegnava a non rilasciare alcun tipo di commento politico sui social network. Avrebbe anche potuto commentare una notizia di attualità o il risultato di un'elezione e il contratto da lui volontariamente firmato sarebbe risultato ugualmente infranto. Più difficile è verificare il caso del professore che si era rifiutato di seguire il programma scolastico dato che il documento menziona un articolo di cinque anni fa di cui non vi è traccia su Internet. Di certo è improbabile che la scuola volesse «promuovere l'omosessualità» dato che quello possibilità vivere solo nelle sole menti degli omofobi (in fondo sarebbe come sostenere che un mancino voglia promuovere il "mancassimo").
La Croce prosegue poi con il sostenere che «sempre in Inghilterra, tutte le Agenzie di adozione cattoliche sono state obbligate a chiudere oppure ad abbandonare il loro credo. Il loro reato era dare in adozione i bambini solo a coppie tradizionali», ma anche in questo caso non è chiaro dove sia la discriminazione. Se la legge prevede che le adozioni siano aperti a tutti, perché mai qualcuno dovrebbe poter infrangere la legge solo perché non la condivide? Allora uno stupratore avrebbe il diritto di stuprare chi vuole perché non gli piace il divieto imposto dalla legge? Ed un assassino potrebbe rispondere uscirne pulito se sostiene di aver ucciso per motivi religiosi?
Insomma, il problema appare chiaro: il giornale di Adinolfi chiede che la legge e i contratti possano essere violati se si è in disaccordo con essi. Peccato che un simile scenario si giungerebbe ad un'anarchia dove tutti potrebbero fare ciò che vogliono. Davvero Adinolfi è pronto a chiedere l'abolizione del diritto fondamentale all'uguaglianza dinnanzi alla legge solo per poter convincere una qualche famiglia omofoba ad odiare i propri figli qualora dovessero nascere gay?
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