Chuck Johnson è stato bannato da Twitter
Chuck Johnson è uno dei volti noti dell'integralismo cristiano di estrema destra statunitense. Ha fondato un proprio giornale per poter dar libero sfogo alla sua ideologia, attaccando mussulmani, gay e donne. Tra i suoi obiettivi preferiti ci sono le vittime di stupro che, a suo dire, non dovrebbero godere di alcuna tutela sino a quando il processo non ha emesso una sentenza sull'accaduto.
Non ama il Papa perché non dichiara guerra alle altre religioni e non perde occasione per gettare fango sui gay. Recentemente si era anche occupato di strumentalizzare il disastro ferroviario di Philadelphia, sostenendo che la colpa dell'incidente fosse attribuibile all'omosessualità del macchinista. A suo dire, infatti, i gay non sarebbero altro che dei malati di mente a cui andrebbe impedito di lavorare per salvaguardare l'incolumità degli eterosessuali. A sostegno della sua tesi, per giorni e giorni sostenne di essere in possesso di alcune fotografie che avrebbero ritratto il pene del macchinista e che, a suo dire, quella sarebbe stata la prova della sua insanità mentale. Alla fine presentò delle mere illazioni basate sulla somiglianza di alcuni nickname come prova inequivocabile di non si sa bene cosa.
Crede nella «schiavitù naturale» ma non nell'esistenza del Ku Klux Klan. Dice che, se fosse francese, sicuramente voterebbe per la destra Jean-Marie Le Pen e Le Front National. È sposato con una sposare moglie «cristiana indonesiana», sostiene anche che sia la scienza a dire che i bianchi siano più intelligenti di tutti gli altri, così come sostiene che Obama debba necessariamente essere gay se collabora con gay dichiarati.
La sua piattaforma preferita per i suoi proclami d'odio era Twitter ma, nonostante la rinomata tolleranza del social network verso qualsiasi opinione, alla fine è stata presa la decisione di bannarlo. Johnson ha cercato di aggirare la decisione creando due nuovi account, ma Twitter ha chiuso anche quelli.
Noto anche per il suo ostentato vittimismo, Johnson annuncia che farà causa al social network per avergli impedito di esprimere le sue idee.