Cl non parteciperà al family Day, ma ProVita corre ai ripari ed assicura: «Ci saranno molti ciellini»


Comunione e Liberazione ha preso le distanze dal family day del prossimo 20 giugno. La decisione non ha mancato di suscitare malumori fra gli organizzatori al punto che La Nuova Bussola Quotidiana e ProVita hanno deciso di correre immediatamente ai ripari. Ed è così che sui due giornali integralisti si precisa: «in piazza non ci sarà CL, ma ci saranno molti ciellini».

L'invito alla partecipazione è stato lanciato attraverso la voce di Giuseppe Zola, un ciellino di vecchia data pronto a sostenere che la sua adesione sia «frutto dell'esperienza di 57 anni di appartenenza attiva alla vita della Chiesa e di 48 anni di matrimonio, che ha dato origine a 2 figli e 7 nipoti».
Per chi non lo sapesse, Zola è stato presidente della Compagnia delle Opere Nordest e presidente di Fiera Business International e di Fiera Milano congressi (il cui amministratore delegato era Maurizio Lupi). Il suo nome figura più volte nel libro "La Lobby di Dio" che ha investigato sugli scandali finanziari di Cl.

Nel lanciare il suo invito alla partecipazione, l'uomo si è lanciato in una serie di mistificazioni che paiono ben sottolineare il loro scopo propagandistico. A suo dire, infatti, la partecipazione servirebbe a fermare tre leggi che lui non vuole che passino per i seguenti motivi:

a) se passasse il ddl Scalfarotto, che riguarda la fantomatica "omofobia", verrebbe fatta fuori la libertà di pensiero e di opinione (art. 21 Cost.): chi dicesse, ad esempio, che il matrimonio tra uomo e donna è l'unico voluto dalla Costituzione, rischierebbe la galera;

b) se passasse il ddl Cirinnà, verrebbe introdotto anche in Italia il matrimonio tra omosessuali, in contrasto con quanto previsto dall'art. 29 della Costituzione e, quel che è peggio, si aprirebbe l'autostrada per le adozioni e per l'orribile pratica dell'utero in affitto;

c) se passasse la legge sulla scuola così come è arrivata dalla Camera dei Deputati, verrebbe introdotta in ogni ordine e grado della scuola italiana l'insegnamento dettato dalla cultura del "gender" (mi esonero dal fare in questa sede esempi, che sarebbero osceni, ma che è bene che prima o poi tutti ne vengano a conoscenza, prima di esserne vittime).

Vien da sé che l'omofobia sia tutt'altro che «fantomatica» e che l'estensione della Reale-Mancino non riguardano certo chi sostiene che la Costituzione preveda maggiori diritti per gli eterosessuali (quella è una bugia, mica omofobia). Vien da sé che anche tutte le altre affermazioni siano frasi smentite decine e decine di volte, ma innegabile è come alcuni gruppi le ripetano ad oltranza pur di inculcarle e portare qualcuno a finire con il crederci.
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