Condannato a 10 giorni di carcere l'organizzatore del Gay Pride di Mosca
Ancora una volta è la cronaca di un'intolleranza ad aver varcato i confini della Russia di Putin. Mentre la Lega Nord e l'associazione ProVita indicano quelle terre come un baluardo della cristianità a cui ispirarsi, una semplice manifestazione lgbt è stata violentemente attaccata da estremisti ultraortodossi e neofascisti, ai quali so sono poi aggiunte anche le forze di polizia che hanno arrestato diversi attivisti. Tutto questo per aver semplicemente tentato di consegnare una lettera al sindaco di Mosca.
Nikolai Alekseev è l'organizzazione del raduno clandestino che ha fatto seguito al decimo diniego privo di motivazione dinnanzi alle regolari richieste per agonizzare un Gay Pride presentate di anno in anno. Arrestato dalla polizia, è stato ora condannato a dieci giorni di carcere per «aver disobbedito agli ordini della polizia».
Nel 2010 aveva portato il caso dinnanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo ed i giudici avevano riconosciuto l'illegittimità dei continui divieti imposti dalle autorità russe alle manifestazioni lgbt. Ma quella è stata bellamente ignorata dalle autorià.
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