È guerra tra omofobi sullo spot che infanga la memoria di Leelah Alcorn
La H3D Canale61 è la società di produzione romana che ha realizzato l'orribile spot in cui la figura di Leelah Alcorn, la giovane transessuale spinta al suicidio dall'omofobia della sua famiglia, viene utilizzata per promuovere l'omofobia.
ProVita ha iniziatoa diffondere il video sui suoi canali ufficiali mentre Filippo Savarese, in qualità di componente del Comitato "Difendiamo i nostri figli" e promotore del family day del 20 giugno, ha dichiarato che «Il video è stato realizzato da terzi senza l'autorizzazione del Comitato promotore estrapolando parti di filmati presenti sul web e dedicati a tutt'altro fine. L'evento del 20 giugno non ha alcuno spot ufficiale in circolazione sul web».
Dal canto suo la H3D Canale61 (che si mostra un fan La Manif Pour Tous Italia di cui Savarese è portavoce) ha rivendicato il copyright di quelle immagini provvedendo ad attivare procedimenti contro chiunque le abbia riproposte. Afferma anche che «le interviste che ho raccolto, ripreso e montato, hanno tutte la liberatoria» e che «ormai più di un anno che raccolgo interviste in giro per l'italia a mie spese per realizzare un documentario sul gender, ma grazie alla vostra lobby presente nei media, il mio diventa un obiettivo... impossibile, ma non demordo, continuo il mio lavoro nei ritagli di tempo, e chissà».
Ma alla fine non c'è risposta alla più semplice domande: quelle interviste sono state strumentalizzate come sostiene Savarese o sono state concesse con liberatorie che hanno reso possibile la produzione di quello spot? Al momento l'unica certezza è che chi ha creduto alle parole di Savarese si è visto infliggere procedimenti disciplinari richiesti dalla H3D.
Update: Ci viene segnalato che la H3D (che si chiama H3D Vision) è una società individuale nata con i finanziamenti per le nuove imprese erogati dalla Regione Lazio e, pertanto, l'affermazione «a mie spese» potrebbe essere messa in discussione da qualcuno.