Il Pontificio Consiglio per la Famiglia ufficializza il suo supporto al family day
A giorni la città di Roma subirà l'onta del nuovo family day organizzato da personaggi come Amato, Brandi, Gandolfini, Miriano e Savarese. Le adesioni vedono in prima fila l'integralismo cattolico a cui si aggiungono anche gruppi musulmani, sikh, ortodossi rumeni e pentecostali.
Nonostante la Cei abbia detto di non voler promuovere ufficialmente l'evento, il loro segretario generale è corso ai microfoni di Radio Vaticana per parlare della manifestazione come di una «bella e grande iniziativa». L'ex presidente Ruini è invece intervenuto per auspicare una grande partecipazione.
Ma la presa di posizione più plateale è quella assunta da Vincenzo Paglia che, a nome del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha inviato una lettera a Costanza Miriano per esprimere tutto il suo sostegno alla manifestazione.
Nel documento si legge che «la Chiesa, esperta di umanità e piena di amore per l'uomo contemporaneo, è chiamata a mostrare alla società quale sia il vero bene per il futuro del genere umano». Si auspica così che la manifestazione sia un'occasione per mostrare «tutta la ricchezza e la grandezza della famiglia cristiana», motivo per cui Paglia augura «alla vostra Manifestazione un pieno successo, con la certezza che porterà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell'intera umanità».
Se è evidente a tutti come la Chiesa Cattolica abbia giocato un ruolo chiave nel tentare di spaventare la popolazione attraverso l'invenzione di una fantomatica «idologia gender» (che peraltro si sostiene debba essere «combattuta» attraverso la privazione dei diritti civili), il documento ufficializza ora quella posizione. Dopo aver promosso le conferenze che hanno creato i presupposti, ora la Chiesa sarà al fianco di chi scenderà in piazza per chiedere che i diritti possano diventare privilegi riservati ad un solo orientamento sessuale.
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