Il Sinodo sbatte la porta in faccia ai gay
Pare ormai certo che il Sinodo della Famiglia del prossimo ottobre confermerà la posizione omofoba della Chiesa. All'interno del testo base, l'Instrumentum Laboris, i vescovi non hanno neppure trovato il coraggio di chiamare l'omosessualità con il suo vero nome, preferendo ricorrere alla solita assurda definizione di «tendenze omosessuali».
Si sostiene che «ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con sensibilità e delicatezza, sia nella Chiesa che nella società» e che è «auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una specifica attenzione all'accompagnamento delle famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale e di queste stesse persone». Ovviamente c'è da augurarsi che quell'accompagnamento non sia la proposta delle fantomatiche "terapie riparative" auspicate da Avvenire, così come c'è da chiedersi che rispetto si stia manifestando nei confronti di persone a cui si vuole togliere la dignità dei propri rapporti affettivi.
Secondo quanto riporta Il Tempo, il testo affermerebbe anche che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Ma non solo, si dice anche che «è del tutto inaccettabile che i Pastori della Chiesa subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all'introduzione di leggi che istituiscano il "matrimonio" fra persone dello stesso sesso».
Al di là di come quelle virgolette siano già di per sé una mancanza di rispetto verso un'istituzione laica che la Chiesa è tenuta a rispettare, facile è anche osservare come nessun Paese ha mai veicolato aiuti economici all'approvazione del matrimonio egualitario. L'unico caso assimilabile a quella definizione è l'Uganda, dove la Chiesa Cattolica sta fortemente appoggiando la criminalizzazione dell'omosessualità (che fra l'altro è bene ricordare sia un «orientamento» e non una «tendenza» come sostenuto dai porporati). C'è da chiedersi se il oro scopo sia quello di sostenere che sia «inaccettabile» fare pressioni perché un essere umano non sia messo in carcere per il suo orientamento?
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