La bufala del bambino che balla al Roma Pride
Tutto parte con una bufala. Gianluca Marletta, un insegnante di una scuola media di Roma, ha pubblicato la foto di un bambino effeminato che balla per strada, assentendo che sia stata scattata durante il Gay Pride di Roma. Dice anche che si tratta di «un bambino preso, spogliato, coperto da un festone carnevalesco e mandato a manifestare». Si domanda poi «chi è questo bambino, chi sono i suoi "genitori" e quali vicende, scelte, drammi li hanno portati a concepire (per se stessi e per i propri figli) un'esistenza simile?». Non poteva poi mancare la morale finale: «A noi rimane solo il dovere di guardare e non dimenticare! Ricordare, nella nostra battaglia per l'Uomo e per la civiltà, anche gli occhi di quel bambino».
Da una sola foto l'uomo afferma di aver capito l'orientamento sessuale del piccolo (e forse pure dei suoi genitori dato che li mette fra virgolette come l'integralismo è solito fare con le famiglie omogenitoriali), dice di sapere che è stato obbligato ad andare lì, sostiene che qualcuno gli abbia messo addosso quel festone e così via. Insomma, un'intera storia viene costruita sulla base di una foto, peraltro presupponendo che il bambino sia un oggetto e non un soggetto capace di compiere quelle piccole scelte tipiche della sua età. Grave è anche come il tutto sia stato fatto con il preciso scopo di sbattere il piccolo in prima pagina per emanare una pubblica condanna nei suoi confronti.
Secondo la ricostruzione dei fatti proposta da Next Quotidiano, tra chi ha condiviso quel post figura anche Letizia Neri. La simpatizzante di Forza Nuova ha però deciso di aggiungerci un qualche dettaglio e si è affrettata a sostenere che si trattasse un caso inequivocabile di pedofilia. A chi glielo ha chiesto, lei assicurava che la fotografia fosse stata scattata a Roma.
Vien da sé che nell'era di Internet è pura follia il cercare di ricollocare le immagini in ambiti diversi da quelli in cui sono stato originariamente scattate, motivo per cui si è presto appurato come lo scatto giungesse dal Brasile. Dinnanzi ad una simile evidenza, il mondo omofobo ha docuto modificare il tiro e ha cercato di sostenere che quell'immagine fosse da ritenersi una sorta di monito: «Se è successo in Brasile cosa impedirà che possa succedere anche qui?», «Il problema è la società malata che stiamo creando» «È sconvolgente cosa riescono a far fare gli omosessuali ad un bambino» sono i commenti con cui l'immagine è stata diffusa.
Ma la realtà è semplice: nessuno sa chi sia quel bambini, nessuno sa quale sia il suo orientamento sessuale, non si conosce la sua vita e non vi è evidenza di alcuna azione così riprovevole se non attraverso un giudizio morale che gli si vuole attribuire.
Una possibile identità (non confermata) potrebbe giungere da utente di Facebook che ha affermato che il giovane viva nella sua strada ed abbia alle spalle una difficilissima situazione familiare. In quella difficoltà gli omofobi non hanno trovato di meglio che criminalizzare la sua esistenza che è sfociata in un vero e proprio cyberbullismo nei cuoi confronti, magari dinnanzi a quello che era stato uno dei suoi pochi momenti di spensieratezza.
Per fare un esempio tra i tanti, Marta Stentella ha firmato un articolo de Il Primato Nazionale che titola: "Il bambino che balla al gay pride? Non era a Roma (ma fa schifo lo stesso)". Signori, siamo dinnanzi ad un adulto che si sente nei diritto di andare dinnanzi ad un bambino per dirgli: «Tu mi fai schifo» E magari è anche una di quelle persone che sostiene di voler difendere i bambini...