La notte non vola più
Lorella Cucirini è tonata a manifestare la sua contrarietà all'uguaglianza dei diritti. Dopo aver espresso apprezzamento per il Family Day e per gli slogan di Mario Adinolfi, in una recente intervista ha ribadito: «Ok alle unioni gay, ma con il limite dei figli. Aprire la strada alle adozioni apre la strada ad alcune pratiche che secondo me sono inaccettabili».
Il pensiero non appare molto dissimile da ciò che dichiarò nel 2010, quando dal palco del Muccassassina si rivolse alla platea per dire ai presenti che i loro affetti avevano meno valore di quelli di una coppia eterosessuale. «Bisogna regolamentare le unioni -disse- ma il matrimonio deve essere tra un uomo e una donna. Vale lo stesso anche per le adozioni: un bimbo ha bisogno di una madre e di un padre».
In seguito sostenne di essere stata fraintesa. Eppure cinque anni più tardi (nell'annunciare il suo ritorno in televisione in un programma di Antonella Clerici) la showgirl ha ribadito ancora una volta quel pensiero. Il tutto cercando di legittimarlo con il metodo adolfiniano dell'auto-attribuzione della maggioranza: «Tante persone la pensano come me, è un pensiero che credo rappresenti l'80-85% del popolo italiano».
Se i numeri lasciano il tempo che trovano (i contrari spesso non hanno la benché minima idea del perché lo siano: alcuni si basano sui preconcetti, altri su un presunto volere divino) magari ci si sarebbe potuti aspettare più sensibilità da chi per trent'anni ha vissuto sulle spalle del pubblico gay.
In fondo da uno come Adinolfi ce lo si aspetta: con la sua seconda moglie si trova bene e quindi ora chiede che agli altri sia impedito di divorziare come ha fatto lui. Ha deciso che la figlia debba essere eterosessuale e quindi non gliene frega nulla di rendere il mondo un posto peggiore per gli adolescenti omosessuali. Il suo presupposto è che lui non si stia giocando nulla e che quindi sia possibile cercare popolarità mediatica nel combattere la dignità e felicità altrui...
Ma la Cuccarini deve molto al mondo gay e forse dovrebbe andare al di là dei semplici slogan se vuole sostenere che una famiglia gay sia immeritevole di pari dignità. Dice che il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna? Ci spieghi perché! E ci spieghi anche con che coraggio possa far finta di non aver mai conosciuto coppie omogenitoriali che hanno avuto figli da precedenti relazioni. Ci dia una ragione per cui quei figli dovrebbero avere meno diritti di quelli di una coppia eterosessuale.
L'unica motivazione fornita è un vuoto slogan volto a sostenere che si vogliano vietare le adozione per impedire l'utero in affitto. Peccato non ci sia causa ed effetto.
Va premesso che la maternità surrogata esiste ed è giusto che ognuno possa avere opinioni personali in merito, ma doveroso sarebbe il riferirsi alla realtà dei fatti. In alcuni stati è legale e ad accedervi possono essere sia coppie omosessuali che eterosessuali (anche se in stati come l'India o la Russia, l'accesso è consentito solo a quest'ultime). L'Italia riconosce quei bambini attribuendogli pieni diritti se nati in una coppia eterosessuale, privandoli dei diritti legali verso un genitore se nati in una coppia omosessuale.
Questi sono i fatti e quindi gli slogan non spiegano come il mantenimento di questa politica possa contribuire a frenare il fenomeno. Se davvero è quello il problema, forse sarebbe doveroso intervenire sui paesi che la consentono e non sui diritti dei bambini. oppure si dovrebbero chiedere provvedimenti indipendenti dall'orientamento sessuale dei genitori.
Poi c'è il tema degli orfanotrofi, sempre più strabordanti di bambini abbandonati dalle loro famiglie tradizionali. In che modo l'impedire che quei bambini possano ricevere l'affetto di una famiglia omogenitoriale dovrebbe impedire la procreazione assistita? Casomai quel divieto rischia di essere solo un'autostrada verso quelle pratiche dato che quella rimarrebbe l'unica via percorribile (perlomeno per quei pochi che ne avessero le possibilità economiche).