Adinolfi annuncia che il suo esercito sovversivo combetterà lo stato in singola casa
È dalle pagine di La Croce che Mario Adinolfi chiede che la Costituzione venga calpestata e che le scuole paritarie (che nella maggior parte dei casi è sinonimo di scuole cattoliche) vengano sovvenzionata dallo stato in modo che le persone possano diventare come lui. «Io sono stato uno studente di scuola cattolica -dice- e i miei genitori hanno dovuto cavarsi il pane di bocca per permettere a mia sorella e a me di frequentare un istituto costoso».
Ma Adinolfi non perde tempo a passare alla parte propagandistica del suo intervento e sostiene ancora una volta che l'introduzione di politiche di contrasto alla violenza sulle donne sia da ritenersi una «introduzione del gender» nelle scuole. Ovviamente non manca di sostenere anche l'esistenza di «impalcature ideologiche» e di parlare di «una sinistra obsoleta» che non si rassegna a rendere legge un'ideologia catto-fascista.
Da quando Adinolfi è salito sul palco del Family Day, il suo mantra preferito è divenuto il sostenere di essere divenuto la rappresentanza di una maggioranza del paese, con possibilità illimitata di decidere della vita dei cittadini senza la necessità di passare da democratiche elezioni. Si sostiene che lì ci fossero un milione di persone (anche se ormai anche i sassi sanno che quelle cifre sono meramente propagandistiche) e si fa finta di sapere come un numero ancor maggiore di persone abbia sfilato all'Onda Pride. Ma è evidente che a lui della democrazia non importi un fico secco, a lui interessa solo imporre con la forza il proprio pensiero. Ed è così che scrive:
Il varo tutto ideologico, anche nelle modalità, dell’introduzione della cultura gender nelle scuole è un atto gravissimo del Parlamento, un atto operato in sfregio al milione di persone scese in piazza il 20 giugno scorso e contro il volere di buona parte dei gruppi sia di maggioranza che di opposizione. Si tratta di una forzatura davvero tutta ideologica che però dovrà ricevere una risposta umana, intensamente umana.
Ricorrendo ad un linguaggio da guerra civile, la sua idea è quella di mobilitare i propri seguaci per impedire che i figli degli altri possano ricevere un'educazione al rispetto (cosa che peraltro molti genitori auspicherebbero).
Ecco, la partita da oggi si sposta dal Parlamento alla società. Diventerà, lo voglio scrivere oggi a due mesi dall'avvio del nuovo anno scolastico, una battaglia non città per città, ma casa per casa. I ventotto milioni di mamme e di papà di dieci milioni di bambini e minori devono diventare altrettante sentinelle. Questa “colonizzazione ideologica”, per citare Papa Francesco, si ferma solo con il contrasto attivo da parte dei genitori scuola per scuola, classe per classe. Non devono passare corsi che attraverso il paravento del “contrasto al bullismo omofobico” o della educazione alla parità di genere vogliano insegnare ai nostri bambini l’indifferenzialismo sessuale, l’esaltazione dell’omosessualità, la propaganda dell’omogenitorialità e la propedeutica al transgenderismo. Lo scrivo in maniera chiara in modo che non ci siano equivoci: contrasteremo il diffondersi di questi corsi con ogni strumento che la democrazia e i metodi di cittadinanza attiva ci mettono a disposizione.
Insomma, si parla di un movimento anarchico attivo nell'impedire che la legge dello stato possa essere applicata. Ed ancora:
Il Parlamento aveva il potere di disporre una norma così violenta contro i nostri figli, ma non ne aveva il diritto. Contro queste prepotenze la società civile ha il diritto di organizzarsi. Contro questi atti di “colonizzazione ideologica” il Papa stesso ha detto che le famiglie devono reagire. Sì, ha usato proprio la parola “contro” il Papa. Qui non ci sono ponti da costruire o dialoghi da ricercare. Qui c’è da andare in battaglia contro gli ideologi che prima negano l’esistenza stessa dell’ideologia gender, poi la ficcano dentro il primo provvedimento di legge che passa per portare a casa una vittoria tutta ideologica.
Adinolfi sostiene che i partecipanti al Family Day siano automaticamente diventati Sentinelle in piedi e che «quel milione di sentinelle tornando a casa ha parlato con altri milioni di persone che a San Giovanni per ragioni varie non potevano esserci, trasformandole in sentinelle anch'esse». Dice anche che «in quella piazza un milione di sentinelle hanno ricevuto le informazioni necessarie per rispondere sul proprio territorio, scuola per scuola e classe per classe, alla prepotenza della politica e degli ideologi del gender».
Incredibile è come ci si vanti di come quella propaganda mistificatrice vista al Family Day sia stata una modalità per creare un esercito che possa opporsi al governo per imporre la propria ideologia attraverso azioni capillari che possano colpire classe per classe.
Dice anche che:
Il Parlamento ha comunque varato la legge con quel comma infame. Ora la palla passa alla famiglia. Ora le mamme e i papà, le nonne e i nonni, gli studenti stessi devono porre un argine ad un’ideologia che altrimenti dilagherà. Si nasce maschi e femmine. I bambini nascono da un uomo e una donna. Il sesso è un dato biologico e, salvo eccezioni che confermano la regola, coincide con il genere: è scritto nel nostro dna in termini indelebili. Il resto è gioco di società di una certa sinistra, obsoleta e annoiata, che non sa più cosa dire sui problemi seri e allora si rifugia nei falsi miti di progresso. Che noi combatteremo. Giù le mani dai nostri figli.
Ovviamente è sottinteso che a mettere la mani sui figli altrui (cercando di rendere impossibile la vita a donne maltrattate e persone lgbt) ci penserà lui e l'esercito che lui stesso ha istruito attraverso la paura verso teorie assolutamente prive di qualsiasi valore scientifico. In ogni paese civile, un'azione simile sarebbe considerata un golpe (motivo per cui c'è da chiedersi quando lo stato si deciderà ad attivarsi per capire le reali intenzioni politiche del movimento anti-gay) ed in fondo anche Hitler ci mostrò quanto facile possa essere ottenere il consenso popolare attraverso la creazione paure infondate su fantomatiche minacce a famiglia o figli (nel suo caso si motivò il tutto con la razza, Adinolfi preferisce riferirsi ad una inesistente «idologia gender»).
Se davvero qualcuno vuole pensare ai bambini, forse è ora che ci si attivi per impedire che Adinolfi possa utilizzarli per campagne che danneggeranno il loro futuro e faranno cadere l'Italia in un nuovo fascismo basato sulle inaccettabili teorie d'odio e di discriminazione che La Croce sta propagandando da mesi.
Clicca qui per leggere la dichiarazione di guerra di Mario Adinolfi.