Gianfranco Amato si dice pronto «ad azioni forti» per contrastare l'educazione al rispetto
Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita, si dice pronto «ad azioni forti contro la teoria del gender nelle scuole introdotta dalla legge varata oggi dalla Camera».
Attraverso un'intervista rilasciata al sito ultra-cattolico Intelligonews, l'uomo ha sostenuto che una fantomatica «ideologia gender» potrebbe avvenire «non solo attraverso l'ambigua locuzione di "violenza di genere" ma anche attraverso il rinvio al "Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale di genere"».
In realtà quel piano riguarda la prevenzione della violenza sulle donne ed è abbastanza imbarazzante osservare come tutte le realtà anti-gay ne citino parti decontestualizzate nella speranza di far sembrare che tratti di altro. Persino il sottosegretario Toccafondi (noto per le sue posizioni integraliste in tema di omosessualità) non ha dubbi riguardo al fatto che quelle accuse siano una mera mistificazione. «Cerchiamo di fare ordine -ha dichiarato dalle pagine di Tempi- il comma 16 della "Buona scuola" parla chiaro, c'è la richiesta di tenere conto nell'attività didattica di tante cose tra le quali "la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni". Se le parole hanno un senso, in questa frase non vedo il problema denunciato».
A vedere il problema è però Amato, pronto a sostenere che non si debba poter usare il termine «identità di genere» perché si riferirebbe «percezione che un soggetto ha di sé come appartenente al genere femminile o maschile, anche se opposto al proprio sesso biologico».
Ravvisato il problema nella mancata imposizione di stereotipo di genere (che pare si sostenga debbano essere inculcati con forza ai ragazzi sulla base del dato biologico senza alcun rispetto per la loro identità) Amato afferma che «si è parlato della circolare del ministero che introdurrebbe il consenso informato per le attività extrascolastiche sul presupposto che l’indottrinamento gender passi solo attraverso queste attività, in realtà non è così. In realtà, purtroppo, questa forma di indottrinamento è ormai multidisciplinare e difficilmente controllabile. Faccio due esempi. Tutti conoscono l'ormai celebre problemino di matematica di "Rosa e i suoi due papà che vanno a comprare tre lattine di the freddo al bar": è chiaro che questa roba è pertinente alla materia di matematica, non è quindi attività extrascolastica e su questo la circolare non dà nessuna garanzia. Il secondo esempio è il romanzo "Sei come sei fatto" che è stato fatto leggere in un liceo di Roma ad alunni quattordicenni ed è poi stato oggetto di denuncia da parte dei Giuristi per la Vita: anche in questo caso, si tratta di iniziative di pretta pertinenza della materia italiano, quindi non attività extrascolastiche, ma non protette dalla circolare».
In realtà il romanzo si intitola "Sei come sei" e sarebbe doveroso ricordare come la procura chiese l'archiviazione della loro denuncia dopo aver notato una strumentale estrapolazione di poche righe da un contesto assai preciso e adatto agli studenti. L'altro è un esempio preso dai libretti Unar (che i cattolici hanno già provveduto a bloccare) in merito ad un discorso in cui si sosteneva la necessità di non basare tutta la didattica su una percezione eteronormativa (cioè facendo passare l'idea che l'eterosessualità sia l'orientamento "normale" e non uno dei possibili orientamenti sessuali).
ma più di tutto è evidente come dinnanzi alla «deriva totalitaria della dittatura del pensiero unico» denunciata da Amato non si riesca mai ad andare al di là dei soliti due o tre esempi che sono già stati ampiamente smentiti.
Eppure l'avvocato non ha dubbi nel sostenere che sia importante opporsi a tutto ciò che possa riguardare l'educazione al rispetto: «Noi valuteremo la possibilità di azioni anche forti, che possono arrivare alla disobbedienza gandhiana. Fermo restando tutte le iniziative che la legge consente per contrastare un provvedimento normativo una volta approvato. Pensiamo, ad esempio, ad un possibile referendum o a una proposta di iniziativa popolare».