Il comitato del Family Day si è autoproclamata «realtà permanente»
È attraverso un comunicato stampa che il comitato organizzatore del Family Day romano (denominato in modo assai discutibile "Difendiamo i nostri figli") annuncia di essere diventato «una realtà permanente per fare formazione sul piano culturale e battersi sul piano politico per riaffermare i diritti dei bambini e fermare la deriva gender nel nostro Paese. Inizia ora la fase costituente per allargare la partecipazione ad altri soggetti associativi e lavorare sul territorio».
Il comitato sarà presieduto da Massimo Gandolfini e vedrà la presenza nel direttivo di Simone Pillon (ex presidente del Forum delle Associazioni Familiari), Gianfranco Amato (presidente dei Giuristi per la vita), Giusy D'Amico (Non si tocca la famiglia), Toni Brandi (presidente di Pro vita), Filippo Savarese (portavoce de La Manif Pour Tous Italia), Costanza Miriano (vaticanista), Mario Adinolfi (direttore di La croce e presidente dei circoli Voglio la mamma), Jacopo Coghe (La Manif Pour Tous Italia), Maria Rachele Ruiu (La Manif Pour Tous Italia), Paolo Maria Floris (vice-presidente dell'associazione Identità cristiana e curatore del Family Day 2007 per conto del Forum delle famiglie del Lazio), Alfredo Mantovano (Scienza e vita e politico Pdl) e Nicola Di Matteo.
Non passa inosservato come molti di quei nomi figurano sia in altre associazioni che si battono contro i diritti delle persone omosessuali, sia in altre associazioni-ombrello. Si pensi anche solo alla neonata associazione "Vita è", presieduta da Massimo Gandolfini e nel cui direttivo vediamo i nomi di Renzo Puccetti (presidente di Scienza & Vita di Pisa, membro del Comitato Marcia per la Vita), Flora Gualdani (fondatrice di Casa Betlemme), Emanuele Di Leo (Ateneo Regina Apostolorum e presidente di Steadfast Foundation), Antonello Brandi (editore di Notizie Pro vita), Francesca Romana Poleggi (Di mamma ce n'è una sola) Francesco Agnoli (fondatore della Marcia per la vita), Gianfranco Amato (presidente dei Giuristi per la vita) e Lorenzo Bertocchi (del Movimento Difesa Vita). Per farla breve, si tratta sempre degli stessi nomi che parlano a nome di associazioni diverse.
Il timore è che tutti questi gruppi non siano altro che uno specchio per le allodole che permetta id moltiplicare i numeri. Se ad esempio si prende Gandolfini (ma il discorso verrebbe praticamente per tutti) potremo tranquillamente trovare il suo parere personale espresso attraverso La Croce di Adinolfi per poi essere ripreso a nome di "Vita è", per conto di "Difendiamo i nostri figli", dal presidente dell'Associazione Medici Cattolici Regione Lombardia, come membro del Comitato Etico dell'Ordine dei Medici di Brescia o come perito neurochirurgo presso la Santa Sede. Insomma, il rischio è che una una singola opinione possa tranquillamente essere auto referenziata attraverso una serie di incarichi in associazioni che esprimono la posizione di un'unica persona a danno dei diritti di migliaia di altre persone.
Leggi l'articolo completo su Gayburg