Il suicidio del 40enne di Cerignola: per gli omofobi non è omofobia
Tra gli aspetti più odiosi del mondo omofobo c'è la totale assenza di rispetto per le proprie vittime. L'intollerabile clima d'odio creato da giornali fin troppo noti è visto come una legittimazione al poter deridere le proprie vittime. Per l'omofobo medio, infatti, l'omofobia non esiste. Difficile è dimenticarsi di come anche Gandolfini (portavoce del comitato che ha dato vita al Family Day) sostenga che i gay si suicidino perché gay e quindi malati mentali. L'idea è piaciuta molti ai suoi adepti (in particolar modo al solito Mario Adinolfi) ed ora, ogni qualvolta la cronaca ci porta il racconto di una vita spezzata dal pregiudizio, c'è chi provvede ad auto-assolversi da ogni responsabilità.
L'ultima vittima di questa macchina del fango è il 40enne suicidatosi a Cerignola. Neppure le 19 coltellate che gli sono state inflitte dal fratello per la sua omosessualità paiono aver convinto i responsabili di quella porte, già pronti a bollarla come una bufala.
Ovviamente non c'è alcuna prova che possa avvalorare motivi diversi dall'omofobia, eppure è su Facebook che i soliti violenti si lanciano nel sostenere che la vicenda sia un'invenzione di Scalfarotto buttata lì per «spingere la sua legge criminale». Ovviamente c'è chi approva quella inaccettabile tesi e augura a Scalfarotto di cadere e di farsi male, altri che sostengono che «probabilmente si sarà suicidato per altri motivi che non hanno nulla a che fare con la presunta omosessualità (che in realtà non è presunta ma dichiarata, ndr). Questo articolo ci fa comprendere quanto siano malvagi gli attivisti lgbt, pronti a sfruttare anche una morte per le loro sporche cause».
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