La Nuova Bussola Quotidiana deride Scalfarotto
Si sa che la lobby omofoba non ha rispetto per nessuno. Ne è dimostrazione una piazza che ha manifestato contro i diritti della minoranze in base a teorie inconsistenti e che nessuno ha mai pensato di proporre (se non i loro burattinai, il cui unico scopo pare quello di tentare di controllare l'integralismo cattolico attraverso la paura). In questo scenario La Nuova Bussola Quotidiana è sicuramente uno dei giornali maggiormente impegnati in una opera di propaganda finalizzata all'impedire che i gay possano godere dei più basilari diritti, arrivando sino a mancare di rispetto persino alla Madonna nel sostenere che si sia manifestata per incoraggiare la loro opposizione al ddl Cirinnà.
Commentando lo sciopero della fame annunciato da Ivan Scalfarotto nei confronti dell'ostruzionismo del Ncd, il sito ultra-cattolico non ha mancato di deriderlo e scrive:
L’uscita di Scalfarotto è, senza volerlo, per lui un autogol. Ci rivela infatti più cose. Primo: questa legge sulla cd. omofobia la vuole solo lui e non gli italiani, nemmeno quelli che hanno votato PD. Parimenti le vittorie sul fronte omo sono sempre da addebitarsi, non alla base, bensì ai poteri tecnocratici – v. Corte Suprema – gli stessi che semmai orientano le coscienze collettive – v. referendum in Irlanda. Secondo: l’ostruzionismo in Parlamento funziona perché logora psicologicamente l’avversario – digiunare è una mossa che rivela la disperazione di Scalfarotto – e perché prende tempo, tempo prezioso perché in politica gli scenari sono sempre molto liquidi e possono presentare cambi di prospettiva e di opportunità insperate. Terzo: la piazza è contro Scalfarotto e non a favore. Il 20 giugno non è stato, come hanno voluto farci intendere, un bicchiere d’acqua fresca per il trio Scalfarotto, Fedeli, Cirinnà – i quali ultimi due invitiamo anche loro a prendere un cappuccino al bar insieme al loro collega omosessuale – bensì una bruciante sorsata di whiskey. Che dire dunque? Auguriamo ad Ivan Scalfarotto che acquisti un fisco asciutto, quasi scheletrico.
Quel che ne emerge è un giornale che non si fa problemi a deridere i propri avversari, mancando di rispetto anche alle migliaia di persone che da decenni attendono il riconoscimento dei loro diritti costituzionali (così come la Corte Costituzionale ha chiaramente indicato). Il tutto rivendicando come le 300mila persone presenti al Family Day dovrebbero contare più delle centinaia di migliaia che hanno marciato per l'uguaglianza all'Onda Pride o che sia accettabile che la volontà della lobby omofba venga imposta attraverso una modalità così violenta ed antidemocratica come l'ostruzionismo.
Inoltre pare che la derisione sia il metodo con cui il giornale conta di uscire da ogni difficoltà: già qualche tempo fa presero in giro Avvenire per il suo sostenere che l'«ideologia gender» non esiste e dissero che l'aver osservato come nelle scuole non si siano mai visti i temi paventati dall'integralismo sia una «risposta che ricorda quella di Jurij Gagarin, astronauta sovietico, il quale disse che Dio non esiste perché nello spazio non l'aveva incontrato». In altre parole, forse dovremmo creder all'esistenza di quei fantomatici corsi come atto di fede.
Nei confronti della presa di posizione da parte dell'Associazione Italiana di Psicologia, preferirono invece sostenere che le ricerche scientifiche di Butler, Fireston, Wittig o Rubin diano da ritenersi «incomprensibili elucubrazioni di donne con evidenti difficoltà nei confronti del genere femminile».
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