Miriano a La 7: «I comportamenti che vanno incoraggiati sono quelli che costituiscono il bene comune»
Mentre migliaia di persone stavano manifestando per rivendicare uguali diritti, La 7 ha pensato bene di invitare Costanza Miriano a parlare di unioni civili. Sinceramente è difficile comprendere a quelle titolo la donna fosse lì, se non grazie al suo immenso odio nei confronti delle famiglie gay. E forse non a caso non si è neppure parlato di unioni civili ma di adozioni (attualmente esclude dai disegni di legge) dato che è solo quei punti che si basa la propaganda omofona.
La vaticanista ha rispolverato tutti i suoi cavalli di battaglia, dal dire che lei non vuole impedire i diritti altrui ma vuole solo difendere i figli degli altri, al sostenere che la priorità sia quella di dare un padre e una madre ai bambini dato che anche due pessimi genitori sarebbero preferibili ad una coppia gay (a suo dire, garantirebbero comunque «un principio maschile e un principio femminile sul quale costruire la propria identità»).
Non è mancato il sostenere che in piazza San Giovanni ci fosse un milione di persone (cosa che non sarebbe fisicamente impossibile, tant'è che ce n'era meno della metà) e si è continuamente appellata ai paperi del Papa, di Parolin o di Ratzinger ogni qualvolta non era in grado di dare una spiegazione al proprio pensiero. Ha anche sostenuto che «lo stato degli studi non permette di dire che questi bambini non soffriranno in seguito» anche se nella realtà non è così.
Incommentabile è il suo sostenere che i figli delle famiglie arcobaleno siano solo lo 0.01% e che quindi lo Stato non debba preoccuparsi di riconoscere i loro diritti.
Anche sul tema della reversibilità pare che i bambini non gli interessassero più. «Che senso ha dare una pensione di reversibilità ad un uomo che vive con un altro uomo e che non ha generato la vita? Lo stato deve tutelare chi contribuisce alla conservazione e al miglioramento della società». «I comportamenti che vanno incoraggiati sono quelli che costituiscono il bene comune». «In Italia andiamo verso l'estinzione».
Non ha poi smesso di difendere i diritti per gli eterosessuali, sostenendo che l'importante è che la famiglia sia orientata alla vita e «se poi i figli non vengono e adottano, quella è una famiglia». Ovviamente quello non vale per una coppia gay ma vale per due 90enni che si sposano o due giovani che non vogliono figli (ma che comunque, in virtù della loro eterosessualità, pare debbano essere ritenuti meritevoli di maggiori diritti rispetto ad una coppia gay).
Un altro capitolo del programma l'ha vista difendere le inaccettabili parole di Kiko Arguello sul femminicidio pronunciate al Family Day. La Miriano sostiene che quel discorso volesse dire che «l'uomo riceve il suo essere dall'essere amato da Dio. Un uomo che non ha un rapporto vero con Dio. Un uomo o anche una donna che si vede abbandonato da una donna, se non ha un rapporto con Dio può sentirsi talmente perso».
Dinanzi alla domanda della costruttrice che gli ha chiesto se un ateo fosse considerarsi più criminale di un cristiano, la Miriano ha titubato prima di non rispondere con un «lui ha fatto un discorso teologico e antropologico molto più profondo». Un discorso che poco dopo l'ha condotta a sostenere: «Nella visione antropologica cristiana, l'uomo da solo non è capace di nessun bene».
L'affondo finale è stato in chiusura quando si è vista una Miriano che rideva dopo un drammatico servizio che aveva mostrato come alcuni preti e suore suggeriscono ai gay «di curarsi» e come due uomini non possono neppure baciarsi senza subire insulti pesantissimi. Peccato che la Miriano sia una fra le principali autrici di quel clima d'odio che priva le persone del diritto stesso all'esistenza (ma evidentemente i figli gay non sono quelli che lei vuole difendere).