Rete Lenford chiede che si accantonino le unioni civili per parlare di matrimonio egualitario
«Siamo soddisfatti della decisione della Cedu, ma sulla sua scorta chiediamo che il legislatore assuma l'impegno determinato e immediato a proseguire l'iter legislativo avviato in Senato il 2 luglio 2013 in materia di matrimoni tra persone dello stesso sesso». È questa la richiesta avanzata da Rete Lenford dopo la condanna dell'Italia da parte della Corte europea per i diritti dell'uomo.
L'associazione non ha dubbi nel sostenere che «non è più il momento di continuare sulla strada sbagliata delle unioni civili e di perdersi in disquisizioni speciose volte a precisare che si tratta di un "istituto originario", all'unico scopo di negare l'identità di contenuti e garanzie del diritto alla vita familiare delle coppie eterosessuali e omosessuali, creando una differenza di valore tra le prime e le seconde e, in definitiva, ledendo la dignità sociale delle relazioni familiari delle persone omosessuali».
L'appello rivolto al governo e alle forze politiche è dunque quello di rompere gli indugi e di »riconoscere attraverso il matrimonio civile l'uguaglianza e la pari dignità di ogni famiglia» dato che «il matrimonio tra persone dello stesso sesso non riduce i diritti di altri, ma porta vantaggio a tutto il Paese, alla sua civiltà, alla sua felicità e alla sua prosperità».