Strasburgo condanna l'Italia per il mancato riconoscimento dei diritti umani delle persone lgbt
L'Italia deve riconoscere le coppie gay. È quanto stabilito dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo dopo il ricorso presentato da tre coppie che chiedevano il riconoscimento della loro unione. Se i giudici hanno sentenziato che i singoli stati hanno piena autonomia nel decidere l'introduzione del matrimonio egualitario, hanno hanno reputato inaccettabile il vuoto legislativo lasciato dall'Italia. L'Europa stabilisce infatti che le relazioni fra persone dello stesso sesso debbano poter contare sul medesimo riconoscimento e tutele di quelle eterosessuali. Il voto dei sette giudici è stato unanime e l'Italia dovrà versare alle coppie 19.000 euro di risarcimento.
L'avvocato Schuster, difensore di una delle coppie, ha commentato che: «La sentenza riconosce come ad oggi il matrimonio egalitario sia una decisione che compete (ancora) agli Stati. Tuttavia, la Corte è chiara nell'affermare che le coppie omosessuali hanno le stesse necessità di riconoscimento e di tutela della loro relazione al pari delle coppie eterosessuali. Per questo l'Italia e gli Stati firmatari della CEDU devono rispettare il loro diritto fondamentale ad ottenere forme di riconoscimento che sono sostanzialmente allineate con il matrimonio. L'Italia è l'unica democrazia occidentale a mancare a questo impegno ed è stata quindi condannata per violazione dell'art. 8 della Convenzione. La decisione non è definitiva . Nei prossimi tre mesi i ricorrenti così come lo Stato italiano possono chiedere il riesame da parte della Grande Sezione».
La vicenda ha avuto inizio nel 2009, quando due coppie trentine si rivolsero ad un tribunale in seguito al rifiuto alle pubblicazioni di matrimonio da parte del sindaco. I giudici rigettarono il ricorso ed il caso passò nelle mani della Corte d'Appello. Questa ravvisò un'ipotesi di incostituzionalità ed inviò il tutto alla Consulta che nel 2010 decise che non fosse incostituzionale riservare il matrimonio alle sole coppie eterosessuali, anche se richiamò l'attenzione del governo sulla necessità di riconoscere anche le unioni fra persone dello stesso sesso. La Corte d'Appello rigettò il ricorso sulla base della sentenza della Consulta ed il caso finì a Strasburgo dove la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che condanna l'Italia per violazione dei diritti umani.