Un parroco sardo vuole usare il lanciafiamme contro i gay
L'incessante azione di gruppi assai noti sta eliminando qualsiasi divario fra l'integralismo cattolico e quello islamico. Se l'Isis uccide i gay lanciandoli dai palazzi, il parroco di Arborea (Oristano) invita ad utilizzare utilizzare un lanciafiamme contro di loro.
L'inaccettabile incitamento alla violenza è stato lanciato su Facebook da don Silvio Foddis, il quale ha dato libero sfoggio della sua avversione verso i gay attraverso un commento ad una delle tante fotografie mistificatorie che illustrano false visioni dei gay pride. In calce ad un'immagine di un gruppo naturalista che ha sfilato al gay pride di Madrid nel 2013 (le stesse già diffuse in maniera decontestualizzata da Maurizio Gasparri su Twitter), il parroco ha commentato: «Un lanciafiamme per riaccendere quello che è quasi spento?». E dinnanzi a quanti hanno criticato quel commento, lui ha sostenuto di essersi trattenuto perché «avrei potuto andare anche un po' più in là». A suo dire, infatti, i cristiani non non debbono «sorbirsi tutte le porcate di questo mondo» senza passare al contrattacco.
Il fanatismo anti-gay del sacerdote pare confermato anche da una pagina personale ricca di messaggi che invitano a partecipare alle manifestazioni delle Sentinelle in pedi, che suggeriscono la lettura dei libri propagandistici di Gianfranco Amato, che incitano la raccolta di firme contro fantomatiche "ideologie gender" e promozione di conferenze omofobe che riportano i simboli del Family day. Praticamente un'ossessione.
Ancora una volta, dunque, si è dinnanzi all'ennesima dimostrazione della pericolosità di un integralismo religioso che nel nome di Dio vuole istigare alla violenza verso la comunità lgbt attraverso varie forme di propaganda e mistificazione. Una situazione inaccettabile a cui il governo dovrebbe dare una risposta per garantire i diritti costituzionali dei propri cittadini, eppure dinnanzi ai messaggi di Gasparri è difficile non notare come la politica stia alimentando quest'odio al posto di combatterlo.