Un'infermiera etero spiega perché sia diventata una grande sostenitrice dei matrimoni gay

Trish Gorman è una ex infermiera ed è anche l'autrice di un post su Facebook che ha commosso il mondo. La donna, eterosessuale, ha spiegato che cosa l'abbia spinta a divenire una strenua sostenitrice dei matrimoni fra persone dello stesso sesso.

20 anni fa, ero un infermiera nel reparto traumi ICU. Arrivò un paziente con un brutto trauma cranico causato da un tremendo incidente d'auto.
La maggior parte dei pazienti che vengono in in questa condizione ricevono un numero e un nome falso fino a quando non siamo in grado di rintracciare la loro famiglia. La prima persona che abbiamo rintracciato era la madre di questo ragazzo, così l'abbiamo chiamata. Lei era responsabile di tutte le decisioni mediche che abbiamo fatto per questo ragazzo. Da quel momento lei era responsabile di tutte le decisioni riguardanti operazioni, visite ecc.
Beh, questa madre non vedeva suo figlio in più di vent'anni. Lo aveva rinnegato perché lui era gay e perché si era innamorato di un ragazzo e aveva deciso di vivere con lui.
Nonostante non fossimo costretti, noi abbiamo rintracciato il ragazzo che aveva vissuto per 20 anni con il paziente in fin di vita. Avevano comprato una casa insieme. Avevano acquistato mobili insieme. Avevano costruito una vita insieme.
In ogni caso, le nostre mani erano legate. Noi eravamo stati cortesi nel chiamarlo, ma tutte le decisioni spettavano alla madre e ai familiari, lui agli occhi della legge era uno sconosciuto.
La "famiglia" del paziente aveva già stabilito un elenco di persone che potevano o non potevano vedere il paziente. Il compagno di vita dell'uomo non era sulla lista.
La legge ci ha imposto di dover rispettare tutto ciò che la madre ha voluto. La richiesta principale della donna era di tenere alla larga il fidanzato di suo figlio, di non permettergli in nessun modo di fargli visita. Purtroppo abbiamo dovuto rispettare queste scelte.
Quando uscivo dal lavoro, ho passato diverse settimane a portare del caffè al povero fidanzato del ragazzo, che stava fisso nella hall dell'ospedale a piangere perché non poteva il suo compagno. La cosa più straziante è che non potevo nemmeno rivelargli le condizioni del suo uomo, o avrei violato la HIPPA.
Le mie mani erano legate. E il mio cuore è si spezzava ogni volta che lo incontravo.
Da quel momento ho passato la mia vita a lottare per il matrimonio gay.
Questo voto della Corte Costituzionale significa per me più di quanto possiate immaginare.


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