A proposito dei 51 triestini denunciati per atti osceni
Continua a tener banco la notizia delle 51 persone denunciate per atti osceni a Trieste. Dopo due mesi di indagini, questo et il numero di persone accusate di aver avuto rapporti sessuali nei bagni di un parco pubblico. Gli indagati verranno ora posti sotto processo e rischiano sino a quattro anni di carcere.
Dato che tutto è utile alla propaganda, alcune fonti di informazione si sono affrettate a dire che si trattasse di gay e che rappresentassero un pericolo per eventuali bambini che fossero stati nelle vicinanze. Eppure tra loro c'erano molte perdone sposate, pensionati, dipendenti pubblici e anche un sacerdote.
A suggerire che i fatti dovrebbero portare ad una riflessione più ampia è la psicoterapeuta Margherita Bottino che, dalle pagine de Il Piccolo, offrr una valutazione più scientifica del fatto.
«Non è possibile dare una spiegazione univoca su 51 persone identificate, perché ognuna ha il proprio vissuto -dice- Una parte di questi comportamenti può essere motivata dal fatto che gli omosessuali da secoli subiscono uno stigma sociale che li ha obbligati a nascondersi. Gay e bisessuali delle generazioni passate, vittime dell’omofobia, hanno a volte utilizzato luoghi semipubblici per incontrarsi come parchi e bagni. L’età media dei denunciati è piuttosto elevata. In effetti è di oltre 50 anni, tra cui numerosi pensionati. Può essere che alcuni di loro siano vittime di una cultura della clandestinità, perché non hanno mai avuto l’opportunità di costruire relazioni reciproche e aperte con altri partner e hanno sviluppato una sessualità centrata solo su incontri anonimi e fugaci».
Riguardo al luogo scelto, precisa come «parchi e giardini possono essere luoghi tipici di incontro per chi fa fatica a vivere la propria sessualità serenamente. Alcune potrebbero essere persone sole che non riescono a trovare partner attraverso altre modalità perché hanno interiorizzato solo quella. Molti anziani gay e bisessuali, quando avevano vent’anni, hanno appreso una sessualità mozzata dall’affetto e praticata furtivamente».
Ma il dato forse più interessante è che l'omofobia è la causa principale di fatti simili: «Più le persone saranno in grado di vivere la propria omosessualità o bisessualità in maniera completa e naturale, e meno sentiranno il bisogno di ricorrere a questi comportamenti che -in alcuni casi- sono riconducibili a quei fenomeni di sofferenza quali l’omofobia interiorizzata».
In conclusione la psicoterapeuta ha notato come sia un errore associare comportamenti simili ad un orientamento sessuale: «Farei attenzione a non associare tout court questo tipo di incontri all’orientamento omosessuale, che è un mondo variegato, esattamente come l’orientamento eterosessuale, in cui esistono relazioni forti e salde, tanto che la richiesta di poter costruire coppie e famiglie tra persone dello stesso sesso è sempre più diffusa. Una spiegazione potrebbe essere anche il desiderio di trasgressione? C’è anche chi cerca solo il brivido del proibito, del rischio, dell’incontro occasionale, fino a casi di esibizionismo, ma ciò prescinde dall’orientamento sessuale. Perché casi e situazioni simili esistono allo stesso modo per incontri tra uomo e donna».