Aleteia paragona l'amore gay al bestialismo


Per essere cristiani è importante rovinare la vita dei gay. È questo il messaggio che pare trasparire dagli articoli pubblicati dall'integralismo cattolico. Ormai l'argomento fisso sono i gay e il perché si sostiene doveroso negare i loro diritti. Sul sito cattolico Aleteia ci sono persino interi articoli dedicati a spiegare perché la discriminazione sia doverosa, come nel caso di un articolo eloquentemente intitolato "Perché gli atti omosessuali sono disordinati?".

Il punto di partenza è sempre lo stesso ed anche l'ideologia che ha sempre portato ai peggiori genocidi della storia. Si parte dal presupposto di essere l'immagine della perfezione e si sostiene che tutto ciò che sia diverso da sé sia sbagliato. Il resto non è altro che un rantolo volto a giustificare quelle tesi (e forse non a caso spesso gli omofobi sono anche razzisti). Ed è in quel rantolo d'odio che si si può imbattere in frasi come:

Il problema è che gran parte della società non ammette l'esistenza della legge naturale, la base di questo ragionamento, e preferisce pensare che non ci sia un significato inscritto nella nostra natura, ma che prevale ciò che decidiamo noi. Bisogna aggiungere che questo concetto dell'orientamento non si applica solo alla sessualità, ma esiste anche un modo ordinato di mangiare (per nutrirci), così come ne esiste uno disordinato (mangiare e vomitare, un modo disordinato che non favorisce il fine dell'atto del mangiare, che è rafforzare il nostro corpo).

Si sostiene dunque che esista una legge naturale che renda bellissimo il rapporto eterosessuale e inaccettabile quello omosessuale, al punto da paragonarlo al vomito. Interessante è anche il loro sostenere che possa esserci una qualche "decisione" in merito all'orientamento sessuale con cui si nasce. Poi aggiungono:

In altre parole, la complementarietà sessuale tra i sessi è inscritta nei nostri corpi, e non è solo il modo complementare in cui i due sessi si uniscono nelle unioni sessuali, ma bisogna tener conto anche del frutto naturale di questa unione: i figli.
Anche se non tutte le unioni eterosessuali finiscono con la procreazione, un'unione eterosessuale può raggiungere la procreazione in un modo in cui le relazioni omosessuali, la masturbazione o il bestialismo non fanno. Questi ultimi possono arrivare a un climax sessuale che forse produce un piacere passeggero, ma non sono l'unione di due corpi disegnati per conciliarsi l'uno con l'altro né sono la potenziale creazione di una nuova vita.

Si passa così a negare che fra due uomini possa esserci amore (al punto da aggiungere un paragone con la masturbazione e la bestialità, giusto qualora il paragone con il vomito non fosse bastato). Si nega che i rapporti fra persone dello stesso sesso possano essere duraturi e si parte dal presupposto che Dio sia un incapace ad aver creato l'omosessualità, motivo per cui loro devono provvedere al suo errore per dimostrargli di essere più belli, bravi e meritevoli di diritti civili. Insomma, né più né meno di quello che i nazisti sostenevano per vantare una presunta superiorità della razza ariana.

Si passa poi a dire che non esistano omosessuali ma «persone che si ritengono omosessuali» e che:

L'antropologia cristiana stabilisce quindi di concentrarsi sulla realtà della legge naturale. Le nostre attrazioni, i nostri sentimenti e le nostre opinioni non determinano il nostro orientamento sessuale.
Piuttosto, la differenziazione fisica tra i sessi e il loro fine unitivo e procreativo presente nell'atto sessuale segnala una morale sessuale in cui gli atti omosessuali sono considerati contro natura, e come tutti i cristiani sono chiamati a una vita casta, gli omosessuali sono specificatamente chiamati a praticare il celibato come mezzo per ottenere la propria santificazione.

In altre parole, si sostiene che un eterosessuale possa fare tutto ciò che vuole e possa realizzarsi in santità, un gay debba rinunciare a vivere, debba mortificarsi e debba odiare ciò che Dio gli ha dato per uniformarsi all'eterosessuale. Il tutto partendo dal presupposto si aver raggiunto la santità per diritto di nascita e che l'importante non sia vivere la propria fede, ma imporre sofferenza agli altri in un'ottica in cui è più importante guardare la pagliuzza nell'occhio del fratello piuttosto che guardare la trave che è nel proprio.
Un discorso simile non è solo assurdo, ma appare anche blasfemo. Il sostenere che Dio creai alcuni uomini con una sessualità che li debba condannare all'infelicità e alla negazione di sé stesso deve necessariamente presupporre che Dio sia cattivo e sadico. E siamo certo che il Dio dei Vangeli sia il male totale e non fonte di amore verso tutti anche se il fratello invidioso vuole credersi migliore degli altri?
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