Dicono che all'educazione dei figli provvedono loro
«All'educazione sessuale dei nostri figli vogliamo provvedere noi stessi». È questa una delle più clkassiche rivendicazioni di quel movimento cattolico che chiede la messa al bando dalle scuole dei corsi di educazione sessuale e di qualunque educazione alla diversità. Se è difficile credere davvero che un genitore possa affrontare tematiche simili con i figli (al punto che si è portati a pensare che si voglia semplicemente impedire che la prole possa crescere senza i loro stessi pregiudizi), facciamo finta di credergli e diamo un'occhiata ai risultati.
A Maiorca c'è una località chiamata Magaluf, annualmente meta turistica di migliaia di adolescenti eterosessuali. Quella città viene scelta perché i locali rimangono aperti fino alle sei del mattino, si è spinti a bere qualunque cosa abbia un alto grado alcolico e viene praticato il sesso selvaggio. Ci sono tour in barca sulle quali bere e far sesso con ragazze sconosciute, si sta nudi in strada e spesso ci si svegli al mattino con un dopo sbornia tale da non ricordare nemmeno con quale persone si sia fatto sesso la sera precedente.
Stando alle rivendicazioni del Family Day, appare ovvio che tutti quei ragazzi siano ritenuti meritevoli dei diritti coniugali perché eterosessuali e quindi «aperti alla vita» e cristianamente più meritevoli di diritti rispetto a due gay che vivono una relazione fedele e senza eccessi da oltre quarant'anni (ammetto che è una generalizzazione... ma dopo anni passati a vedere pagine omofobe ricolme di fotografie che paragonano scene di porno gay ad immagini di famiglie felici, permettetemi di poter cedere una volta alla tentazione di fare altrettanto, ndr).
In Inghilterra la situazione è nota. Il governo britannico ha fatto pressioni perché siano garantiti maggiori controlli e perché le autorità locali si attivino per cercare di frenare l'abuso di alcolici e di sesso (i cui rischi sono evidenti se si calcola come statisticamente il 40% dei presenti non faccia neppure uso di preservativi durante quegli incontri occasionali). Lo scorso anno il Mirror ha dato ampio risalto alla storia di una ragazza che è stata convinta dagli animatori di una discoteca a fare sesso con 24 uomini. Il tutto si è svolto nel bel mezzo della pista con tanto di cori di incoraggiamento e a seguito della promessa di poter vincere una vacanza gratis (anche se poi la ragazza ha scoperto che quello era semplicemente il nome di un cocktail alcolico che le è stato offerto dopo i 24 rapporti).
ITV ha anche una serie di documentari per far conoscere la situazione alle famiglie britanniche dato che in alcuni casi erano genitori ignari a pagare quei viaggi ai figli. Tra le interviste vi erano anche adolescenti che raccontavano di essere cresciuti in famiglie cristiani molto osservanti e bigotte e di aver trovato lì un luogo dove dare libero sfogo alle proprie pulsioni.
A vedere tutto ciò dall'Itala, pare che quello sia un problema tutto inglese. Anzi, non ci sarebbe da stupirsi se un qualche integralista se ne uscisse nel sostenere che quelli siano gli effetti del matrimonio egualitario e dell'educazione sessuale nelle scuole (anche se basta un rapido calcolo sull'età per sapere che quelli sono i ragazzi educati dalle famiglie che hanno frequentato le scuole quando i corsi ancora non c'erano e benché meno c'era il matrimonio per tutti).
Eppure basta consultare Trip Advisor per imbattersi in chi si lamenta di come l'isola sia piena di inglesi, tedeschi e italiani. Se ne deduce dunque che tanti ragazzi italiani (sulla base dell'educazione sessuale ricevuta dalla famiglia) siano fra quegli adolescenti eterosessuali che si devastano di alcol e sesso non protetto. E se l'Inghilterra tenta arginare la situazione e chiede provvedimenti per evitare che le cellule celebrali dei propri cittadini vengano bruciate o che i ragazzi non incappino in malattie gravi, l'Italia fa semplicemente finta di non saperlo e resta in silenzio.
Resta sottinteso che non si vuole dare un facile giudizio morale o chiedere che l'etica sia imposta per legge, ma si vuole semplicemente constatare che si è dinnanzi ad un reale rischio per la salute (se nessuno si facesse male, probabilmente il problema non sarebbe così grave). Per capire di ciò che si sta parlando basti pensare a come decine di ragazzi siano morti mentre si cimentavano nella moda locale di saltare da un balcone all'altro mentre completamente ubriachi.
Ed è dinnanzi a quel fatto che c'è da chiedersi se abbia più ragione un governo che si pone domande o uno che fa finta di nulla. Magari un minor rigore potrebbe impedire che alcuni adolescenti cerchino certi eccessi o, magari, una maggior consapevolezza potrebbe quantomeno spingere alcuni di loro a scegliere il sesso sicuro quando si tratta di avere decine di rapporti occasionali.
Di certo il sostenere che per «difendere» i propri figli basti proibire l'amore altrui non aiuta ma rischia di distogliere lo sguardo dalle vere minacce alla prole. E forse tutto ciò sarebbe evitabile o arginabile se si lasciasse che la scuola possa svolgere liberamente il proprio compito educativo anche se in alcuni casi contraria alla propria etica più spicciola (perché magari i propri figli seguiranno la strada indicata dai genitori, ma anche gli altri meritano tutela).
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