La Nuova BQ: l'eros è riservato ai soli eterosessuali, i gay si limitino ad avere amicizie
La Nuova Bussola Quotidiana è in prima linea nel chiedere che ai gay non siano concessa pari dignità. Ma fra i loro nemici non c'è solo chi rivendica il diritto fondamentale all'esistenza, ma anche una parte della Chiesa che non condivide una politica basata sull'omofobia e sulla discriminazione delle minoranze. Ed è così che un articolo di Enrico Cattaneo lamenta:
Già da tempo molti teologi, anche cattolici, cercano di sdoganare l’omosessualità, perché sia accettata dalla comunità credente come una forma legittima di amore. Naturalmente, questo discorso riguarda solo quelle persone omosessuali che si dicono credenti e che vorrebbero continuare a vivere come credenti nella comunità ecclesiale, senza rinnegare l’esercizio della loro omosessualità. Ecco le loro argomentazioni. Essendo la sessualità un potenziale carico di eros, è certamente importante che questo eros non decada nello sfruttamento dell’altro o nel dominio sull’altro, ma sia educato a diventare strumento di una relazione autentica. Questo discorso, secondo quegli autori, vale non solo per gli etero, ma anche per gli omosessuali.
Giusto per alimentare un po' di stigma sociale, si precisa che anche in quell'ipotesi un sacerdote potrà tranquillamente sposare una 19enne con un 90enne, ma dovrà fare dei distinguo sugli omosessuali e «verificare se ci sia quel cammino spirituale, quel “vissuto”, e quindi anche eventualmente benedire quelle relazioni omosessuali basate su valori di amore, fedeltà e impegno«.
Ma da lì in poi si parte nel sostenere le solite cose, ossia che il sostenere che una persona dovrebbe chiedersi «che fine abbia fatto il corpo, che, da che mondo è mondo, si distingue in maschile e femminile». Il tutto, ovviamente, facendo ben attenzione a creare ulteriori distingui, quasi come se un gay non fosse un uomo che vive la sua parte maschile. Si sottolinea come prima del 1973 l'omosessualità era ritenuta una patologia (ed il solo fatto di dirlo parrebbe indirizzato a sostenere la legittimità di una tesi così assurda) e si ironizza sul fatto che «la componente genitale è allora solo un aspetto secondario e persino irrilevante della sessualità. Sbagliano dunque quelli che pensano che l’omosessuale sia interessato solo al sesso, sia pure fatto in un certo modo. Questo “certo modo” è del tutto marginale rispetto alla dimensione affettiva e spirituale».
Si èpassa poi al sostenere che sia Dio a volere che i gay siano discriminati e la Bibbia legittimi l'odio che a loro piace propagande:
Qui siamo chiaramente in una posizione di tipo gnostico. Per gli gnostici del II secolo quello che avveniva a livello del corpo (genitali) non aveva nessuna rilevanza morale per la persona “pneumatica”, quella cioè che aveva raggiunto o scoperto la sua “consustanzialità” con il Pneuma, lo Spirito divino. Da qui il loro libertinismo in materia sessuale. A parte il fatto che nessuna persona di buon senso ritiene moralmente irrilevante l’uso del piacere sessuale, anche se poi uno cerca sempre di giustificare i propri comportamenti, l’insegnamento della parola di Dio, e in particolare quello dell’apostolo Paolo, è chiarissimo su questo punto. Di fronte alle tendenze pre-gnostiche dei cristiani di Corinto, i quali dicevano: «Tutto mi è lecito» (1 Cor 6,12), Paolo ricorda che «il corpo è tempio dello Spirito Santo» (6,19), «membra di Cristo» (6,15), e che non bisogna «peccare contro il proprio corpo» (6,18) con la fornicazione. Il corpo, infatti, è destinato alla risurrezione (6,14). Occorre dunque «glorificare Dio nel proprio corpo» (6,20).
A quel punto si passa a sostenere che l'eros sia una prerogativa riservata ai solo eterosessuali e che un gay non deve ambire a nulla in più di una amicizia:
Siamo consapevoli che nelle persone omosessuali c’è un grande bisogno di affetto, di tenerezza, di amicizia, di amore, ma questo bisogno è presente in tutti e deve esprimersi con verità, nel rispetto della propria condizione. L’eros sessuale non può essere messo semplicemente a servizio dell’amore a prescindere dal proprio stato e dalla differenza tra maschio e femmina. Ci sono infatti vari tipi di amore, come l’amore di amicizia, l’amore fraterno, paterno, materno, filiale, che escludono l’eros sessuale, pena cadere nell’incesto e negli atti contro natura. C’è un unico amore capace di accogliere e di sublimare l’eros sessuale, ed è l’amore coniugale, dove il piacere sessuale e l’affettività sono al servizio dell’amore, che è una decisione che impegna tutta la persona per tutta la vita, in vista anche della generazione e dell’educazione dei figli. In un comportamento tra persone, non basta che ci siano elementi positivi perché esso risulti moralmente accettabile. Anche in una relazione adulterina ci può essere soddisfazione, affetto, dedizione, ma non per questo diventa moralmente accettabile.
Ricorrendo poi al solito sostenere che un gay debba rimanere casto a vita per compiacere gli eterosessuali, il giornale non si trattiene anche dal lancira insulti gratuti nel sostenere che un gay non possa essere fedele:
Non è vero che la posizione cattolica porti la persona con tendenza omosessuale su una strada senza uscita, dando per scontato che la castità sia impossibile. Ciò significherebbe ammettere che la grazia di Cristo non sia efficace e che lo Spirito Santo non venga in aiuto alla debolezza umana. Proporre agli omosessuali un ipotetico percorso spirituale, chiedendo per di più un impegno di “stabilità” e di “esclusività” nell’esercizio della loro omosessualità, assomiglia molto a una visione romantica, assai lontana dalla realtà. Ciò non farebbe che illude ancora di più quelle persone e far loro del danno invece che aiutarle.