Provita difende il vescovo svizzero che volerva lapidare a morte i gay
«È sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere e che ancora sono capaci di farlo, che la vera emergenza non è l’omofobia, ma l'eterofobia: basta vedere la violenza con cui il fronte LGBT pretende di imporre le sue visioni della sessualità e della persona umana a tutta la società». È quanto afferma l'associazione omofoba Provita nel prendere le difese del vescovo svizzero che ha invitato a lapidare a morte i gay.
Contro di lui è stata presentata una denuncia penale per istigazione all'odio e non certo per la sua presunta eterosessualità, motivo che rende evidente come il ricorso al termine «eterofobia» utilizzato da Provita sia solo propagandistico e ideologizzato.
Ma non solo. Decontestualizzando la frase, il sito integralista sostiene che «un'organizzazione per i diritti degli omosessuali maschi» lo ha denunciato perché «sostiene che Huonder abbia istigato a commettere crimini contro gli omosessuali citando il Libro del Levitico ad una recente conferenza a Fulda, in Germania».
Per difendere le parole dell'uomo (peraltro criticato anche dagli eterosessuali della sua comunità per la sua ostentata omofobia), quelli di Provita dicono che:
Il Vescovo Huonder, nel suo contributo all’assemblea, ha presentato parti essenziali delle Scritture Sacre, del Vecchio e Nuovo Testamento, per esprimere il pensiero di Dio in materia di matrimonio e famiglia. Riguardo all’omosessualità ha citato due parti dal libro del Levitico, dicendo: “Questi due brani ci possono dare il giusto orientamento nei confronti dell’omosessualità”.
BludentalEntrambe le pericopi mostrano che la pratica dell’omosessualità è condannata e che l’attacco alla famiglia è un attacco al Creatore e alla Trinità.
La cosa che però sembra aver scatenato le ire dei movimenti omosessualisti sembrerebbe la frase: "La fede è un aiuto per tutte le persone, anche quelle con inclinazioni omosessuali, è può garantire un riorientamento di queste inclinazioni in una vita virtuosa secondo i comandamenti di Dio".
Si passa poi al sostenere che una persona offesa non possa avere il diritto di ricorrere al tribunale per chiedere il giudizio di un giudice. Scrivono che:
Non è sicuramente la prima volta che i movimenti e le lobby omosessualiste portano in tribunale qualcuno per una frase che secondo i loro canoni è “omofobica”.
Tutto questo mentre loro vogliono introdurre l’ideologia di genere nelle scuole, si esibiscono in oscenità varie durante i presidi delle “sentinelle” e aggrediscono anche fisicamente chi non la pensa come loro agitando lo spettro di un’“allarme omofobia” che non esiste.
Siamo di fronte invece all’ennesimo atto di eterofobia laddove questi attivisti, protetti da politici “politically correct” e dal buonismo dilagante, tentano in ogni modo di tappare la bocca a chi non la pensa come loro.
Provita è stato al fianco dei Giuristi per la vita nel denunciare chiunque avesse osato contrastare l'omofobia (motivo per cui è interessante il loro sostenere che la parte avversa non abbia il loro stesso diritto nel poter ricorrere al giudizio della legge) ed è bene notare come le «oscenità varie» menzionate non siano altro che baci. Interessante è anche come una fra le organizzazione che è causa dell'ondata di violenza omofobica che sta mietendo vittime in tutta Italia neghi gli effetti della loro propaganda.