Ragazzo cacciato dal lido catanese: «Qui gli omosessuali non possono mettere piede»
«Tu non puoi entrare e neanche i tuoi amici, qui gli omosessuali non possono mettere piede». È così che la responsabile di un lido balneare del litorale marino di Mascali, in provincia di Catania, ha cacciato un ventiduenne gay che voleva passare la giornata al mare con alcuni coetanei.
Pare che non ci sia stato alcun fatto scatenante per quella reazione, solo la discriminazione e l'ignoranza della donna. Tant'è che quando il gruppo ha chiesto spiegazioni a quelle parole, lei avrebbe iniziato soli ad urlare una serie di insulti omofobi.
Ai ragazzi non è rimasta altra scelta che andarsene e ripiegare sulla vicina spiaggia libera, ma anche sulle terre del demanio le vessazioni non sono finite. La responsabile dello stabilimento ha raggiunto la staccionata del lido ed ha continuato ad insultarli, urlando che dovevo andarsene via e che «gli omosessuali dovevano stare lontano un miglio dallo stabilimento, altrimenti finisce male».
Per porre fine alla ridicola ed umiliante messa in scena della signora, ai ragazzi non è rimasta altra scelta che raccogliere i propri vestiti ed andare via.
«Essere gay non vuol dire essere appestati -ha raccontato la vittima- e quanto è successo a me non deve più accadere. Faccio appello alle associazioni Arcigay i circoli e i movimenti che si battono per difendere i diritti e la dignità delle persone omosessuali, per aiutarmi a far capire a questi soggetti che la devono smettere di discriminarci e insultarci».
In realtà quanto accaduto non è altro che l'ennesimo episodio di omofobia registrato dopo l'escalation di violenza che pare riconducibile alle centinaia di conferenze di istigazione all'odio organizzati dell'integralismo cattolico, mentre lo stato non ha mosso un solo dito per contrastare le falsità che vengono raccontate in quelle sedi. Le istituzioni non spiegano che chi dice che l'Oms vuole insegnare la masturbazione ai bambini sta mentendo o che chi dice che i matrimoni gay porteranno all'utero in affitto sta unendo cause ed effetti che non hanno alcuna correlazione. Anzi, in alcuni casi si sono pure mandati i carabinieri ad impedire che le conferenze di propaganda d'odio potessero essere disturbate da vicine contromanifestaziomi, di fatto armando quei movimenti che vogliono far sì che i casi di discriminazione aumentino ancora.