Secondo La Nuova Bussola Cristiana, i gay faranno condannare a morte i cristiani
Non se ne può davvero più. Non passa giorno senza che La Nuova Bussola Quotidiana non vomiti nuovi articoli destinati all'integralismo cattolico e finalizzati esclusivamente a creare odio verso la comunità lgbt. Ogni argomento, ogni nota, ogni fatto storico viene strumentalizzato e decontestualizzato pur di convincere i lettori che bisogna avere paura dei gay e bisogna eliminarli (forse anche fisicamente, dato il cinismo con cui hanno trattato l'omicidio della 16enne che è stata assassinata dal un fanatico religioso al Gay Pride di Gerusalemme).
Già l'introduzione appare intrisa di ideologia e vuole far passare il messaggio che i matrimoni fra persone dello stesso sesso siano necessariamente da intendere come un qualcosa di male attraverso le parole di Robert V. Young Jr., un uomo nato nel 1947 che oggi collabora con un giornale dell'integralismo cattolico statunitense. Ed è così che l'uomo scrive:
A lungo ho sostenuto l’impossibilità di contestare il "matrimonio" omosessuale per il semplice fatto che mancano argomenti positivi per sostenerlo. Affermare che un omosessuale non ha diritto a sposare un altro uomo non è diverso dall'affermare che un unicorno non ha diritto a essere un programmatore informatico. La proposizione è intrinsecamente assurda e contestarla significa darle credito illimitato. A riprova di questo fatto, ho sottolineato che mai prima della fine del secolo XX, almeno entro i confini della civiltà occidentale, si è pensato al matrimonio tra due persone dello stesso sesso.
Insomma, si sostiene che è sempre stato così, che lui sta bene e che non ci si deva occupare di chi non ha riconoscimenti giuridici perché il buon cristiano deve occuparsi solo del proprio benessere, soprattutto quando si tratta di sostenere di essere più meritevoli di diritti sulla base dell'orientamento sessuale con cui si è nati. Ma soprattutto si vuol far passare l'idea che essere cristiani voglia dire odiare: non è richiesto alcun impegno o privazione personale, solo l'oppressione dei fratelli.
Si passa poi a sostenere che «sul secondo punto la memoria storica mi ha tradito». In effetti sappiamo tutti che la storia è ricolma di personaggi omosessuali, ma l'uomo ne ricorda solo uno: Nerone.
La sua storia viene raccontata attraverso le cronache di Svetonio, facendo ovviamente molta attenzione a non sottolineare mai come quello scrittore fosse noto per la sua omofobia e per la modalità con cui utilizzava l'omosessualità per cercare di deridere i propri avversari. Ed è così che si riporta il passo in cui si dice: «Avendo castrato il giovane schiavo Sporo e volendo persino cambiarne la natura da maschile a femminile, lo prese in moglie secondo il normale rito matrimoniale con tanto di dote e di velo nuziale».
A quel punto non poteva mancare il sostenere che Nerone fosse l'ideatore di quella fantomatica «idologia gender» che non esiste ma che tanto piace ai cattolici. Dice:
Malgrado il tono severo di Svetonio, si era, dopo tutto, in un’epoca intollerante, retriva, dal suo resoconto risulta chiaro quanto Nerone fosse in anticipo sui tempi nel riconoscere la “costruzione sociale del gender” e “la mobilità del desiderio”, dunque nell’agire in base a essi, tanto da divenire un “modello” utile agli odierni guerrieri del gender: «Avendo prostituito il proprio stesso senso del pudore a tal punto da avere insozzato quasi ogni parte del proprio corpo, alla fine escogitò una specie di gioco: ricoperto delle pelle di un animale selvatico, si faceva liberare da una gabbia e assaliva i genitali di uomini e di donne legati a un palo, e, dopo avere dato sufficiente sfogo alla propria furia, si abbandonava al suo liberto Doriforo. A questi si concesse come una sposa, esattamente come lui aveva già preso Sporo, imitando persino i gridi e i gemiti delle vergini che vengono stuprate» (VI, 29).
Si cita anche Tacito e il suo affermare che Nerone «non si era negato alcuna forma di depravazione». Il tutto per giungere a sostenere che l'imperatore sia stato «il beniamino degli attivisti dell’uguaglianza di gender» e che per soffocare le voci sull'incendio che distrusse la città «incolpò e condannò a pene di crudeltà particolarmente sottile certi uomini disprezzati per i loro comportamenti oltraggiosi che la plebaglia chiamava cristiani».
E tutto questo discorso a che cosa serve? Ovviamente per sostenere che i cristiani siano perseguitati dai gay e che sia per loro doveroso poter negare la vendfita di beni e servizi sulla base dell'orientamento sessuale. Si dice infatti che «lo zelo di Nerone non mancherà di suscitare l’attenzione degli attuali custodi della tolleranza e di quegli attivisti che vogliono esser certi di bandire l’odio dal mondo. Nerone avrebbe infatti trovato una punizione certamente più adatta dei volgari 135mila dollari di multa comminati dal ministro del Lavoro dell’Oregon, Brad Avakian, ad Aaron e a Melissa Klein, titolari di una pasticceria». Si afferma anche che che i pasticceri che sono stati multati per essersi rifiutati di vendere le loro torte a due lesbiche avessero cinque figli, e «cos'è il destino di cinque bambini quando sono in gioco i sentimenti feriti e la dignità di stili di vita alternativi?».
Per farla brave, si è partiti da Nerone per poi sostenere che le vittime di una discriminazione siano violente se denunciano chi ha infranto la legge dato che il punto di partenza è il sostenere che i gay non valgano nulla e non debbano avere uguale dignità. Il punto di partenza è che solo il cristiano deve avere diritto, gli altri sono animali da soma da poter usare a proprio piacimento.
Si dice che la leggi contro le discriminazioni siano un male e che «oggi il mondo secolarizzato ha modi equivalenti per costringere i cristiani ad adorare gli dèi e l’imperatore: corsi di addestramento alla diversità, lezioni di gestione della rabbia, campi di rieducazione e di pasticceria nuziale. Per ora queste procedure non sono ancora state messe in atto, come invece lo furono quelle di Plinio, con la minaccia della pena di morte («supplicium minatus»). Ma chi può sapere cosa riserva il futuro?».
Il tutto viene ribadito nell'affermare che «qualunque progressista illuminato può vedere, i cristiani costituiscono un'ovvia minaccia alla stabilità dell'ordine sociale giacché si rifiutano di adorare gli dèi e l'imperatore, quello che anche oggi fornisce il pane e i giochi circensi». Un bel giro di parole per affermare che i cristiani vogliono poter ignorare le leggi quando si tratta di discriminare le persone che ritengono di poter giudicare meno meritevoli rispetto a quella che la loro presunzione li porta a ritenere sia la perfezione (cioè loro stesso e un mondo creato ad immagine dei loro pregiudizi).
Nerone sembra essere dunque il patrono ideale del "matrimonio" gay, che, come egli ben sapeva, ha poco a che fare con "l'eguaglianza nuziale", ma che invece è uno strumento indispensabile per sopprimere una volta per tutte la superstizione cristiana. È ignobile che gli uomini e le donne moderni che stanno dalla parte giusta della storia debbano ancora lottare contro questo ostacolo che impedisce la creazione di una società amorevole, tollerante e priva di odio, fatta di diversità illimitata e di eguaglianza assoluta! Ecco dunque le mie "scuse" per avere pensato che il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso non avesse precedenti storici. Gli attivisti di oggi hanno un modello che fa meravigliosamente al caso loro in un uomo il cui atteggiamento nei confronti della sessualità umana e della morale cristiana ha anticipato il loro. Quanto alla mancanza di argomentazione razionale, ebbene Nerone mostra che non è affatto necessaria quando il potere di un governo e, nella nostra epoca, il peso dell'opinione delle élite stanno dalla parte giusta.
Si chiude così la ricostruzione "storica" fornita con modalità e collegamenti talmente assurdi che potrebbero persino risultare divertenti se solo non fossero stati creati per alimentare odio. Ma, soprattutto, ancora una volta si osserva come l'integralismo cattolico ritenga che Dio sia una cosa da poter utilizzare ogni qual volta desiderano rivendicare una presunta superiorità alla legge se si può far del male al prossimo.
A sottolineare l'affidabilità della "ricostruzione" storica fornita c'è anche un dettaglio: si parla del marito di Nerone anche se nella realtà l'Imperatore romano ebbe due mariti dello stesso sesso. Insomma, nappure lì si è giunti a capire di che cosa si stesse parlando...
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