Aggressione omofobica a Ferrara


Una piccola baby gang omofoba ha aggredito tre ragazzi gay nel pieno centro a Ferrara. Di giorno, alla luce del sole. I fatti si sono verificati mercoledì e le vittime sono state prese a pugni in faccia e uno di loro ha riportato la frattura di un dito.
Massimiliano De Giovanni e Cristina Zanella, presidenti di Circomassimo Arcigay e Arcilesbica Ferrara, parlano di «Fenomeni inaccettabili, che una comunità forte e unita deve saper respingere con decisione, a cominciare dalle sue Istituzioni, perché il susseguirsi dei numerosi episodi di violenza contro gay e lesbiche contribuisce alla determinazione di un clima di paura e tensione. Lo stesso che ogni giorno vediamo alimentato da troppi politici, ecclesiastici e personaggi pubblici. L’omofobia in Italia è un problema istituzionale. C’è un lavoro politico e culturale da fare, dalla formazione nelle scuole al lessico della cosiddetta società civile. Dobbiamo riappropriarci al più presto di una profonda laicità di fronte al tema dei diritti civili e della libertà di orientamento sessuale».
Viene sottolineato anche come «subire un’aggressione da parte di uno sconosciuto è forse l’esperienza più traumatica che una persona possa trovarsi ad affrontare. Per un ragazzo o una ragazza omosessuale la paura di subire una violenza fisica o verbale è sempre latente. È un evento destinato a produrre altri cocci, fisici, psicologici, spesso duraturi, perché in Italia nessuna legge tutela le vittime dall’omofobia. La società odierna è la più spietata di sempre nei confronti delle differenze. È la società del pregiudizio, e rischia di diventarlo anche nella nostra città%raquo;.
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