Ancora razzismo a Padova: crociate contro gli esercizi etnici


Padova. Credevo che le problematiche legate al consumo di carne di Kebab fossero unicamente intestinali. A quanto pare invece possono verificarsi anche lotte intestine. Secondo l'accoppiata Bitonci-Saia, infatti, la soluzione più ragionevole per ridurre gli episodi di violenza criminale nel centro storico patavino è la chiusura forzata anticipata dei locali etnici. In particolare dei rivenditori di Kebab. Imporre la chiusura alle 14 a commercianti di generi alimentari "fast food" vuol dire condannarne a morte le potenzialità imprenditoriali. Perché avviene tutto ciò? Davvero credono che con la chiusura dei locali etnici alle 14 si possano prevenire episodi di violenza in piena notte? Al di là della questione meramente temporale, vi è l'assoluta semplificazione della questione. Semplificazione esemplare di un'amministrazione fondamentalista, classista e fortemente prevenuta ideologicamente. I criminali si cibano solo di Kebab e di Felafel?
Credo che l'assessore alla sicurezza di Padova Maurizio Saia, da sempre alleato con il primo cittadino Massimo Bitonci (anche prima delle elezioni amministrative), abbia possibilità di affrontare tali delicate questioni con più efficacia e intelligenza.
Ancora un episodio di razzismo conclamato a Padova.
Tutta la nostra solidarietà va a questi onesti imprenditori, come il giovane Alí (in foto), che vedranno tristemente svanire le possibilità di progredire nelle rispettive attività, per colpa di alcuni delinquenti (veri) che delinquono nelle piazze antistanti i loro esercizi commerciali.
Perché tra tutti proprio loro?

Alessandro Pinarello
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