Arcigay al governo: «Basta garanzie ai cattolici. Quella legge parla delle nostre vite»


Mentre i partiti di estrema destra stanno cercando di guadagnare consensi attraverso l'introduzione di mozioni inaccettabili che hanno l'unico scopo di alimentare odio verso i gay e sostenere la supremazia razziale degli eterosessuali, il governo continua a remare contro la dignità di migliaia di cittadini pur di compiacere il clero e e la destra estrema.
Non solo non viene fornita una corretta informazione dinnanzi alle menzogne con cui l'integralismo cattolico crea isteria dinnanzi ad ideologie inesistenti (peraltro create proprio da loro come cavallo di Troia con cui poter legittimare violenze ed odio) ma i continui distinguo aggiunti alla proposta di legge sulle unioni civile sta finendo con il dar vita ad un testo inaccettabile che rischia di alimentare la discriminzione piuttosto che combatterla.

Dopo la ripresa dei lavori e la ridefinizione dell unioni fra persone dello stesso come "specifica formazione sociale", Arcigay afferma: «È ora di capire che una legge sulle unioni tra persone dello stesso sesso dovrebbe garantire quelle persone, non i senatori cattolici. L'aspetto più avvilente del voto di ieri è che non si lavori per migliorare la legge ma per tranquillizzare una parte di partito o di maggioranza. Come già successe nel dibattito sul ddl contro l'omotransfobia alla Camera, ancora una volta la discussione non mira a migliorare l'efficacia di una norma nei confronti delle persone che quella norma dovrebbe tutelare, bensì a dare garanzie a chi quella norma non la vorrebbe dal principio. È indispensabile allora invertire questa prospettiva e tornare a far politica per rispondere ai bisogni delle persone non ai diktat dei potentati. Non scopriamo oggi che l'uguaglianza formale tra coppie omo e eterosessuali resta fuori dal ddl Cirinnà e ci sembra quantomeno miope che il lavoro dell'aula si ponga come obiettivo di infierire su questo aspetto, producendo formulazioni ardite che generano legittime ondate di indignazione. Sarebbe opportuno al contrario che il lavoro della Commissione Giustizia si concentrasse sulle diseguaglianze sostanziali gravi che il testo di legge Cirinnà contiene, specie in tema di genitorialità, con l'obiettivo di superarle e di fornire garanzie alle persone le cui vite quella legge andrà a regolare. Persone alle quali nessuno fino ad oggi è riuscito a dare alcuna garanzia credibile. Per cambiare verso, quindi, è urgente cominciare da qui».
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