Gandolfini: «Brugnaro ha fatto bene. Rispettare i gay non significa cadere nel libero arbitrio»


«Brugnaro ha fatto bene. Rispettare i gay non significa cadere nel libero arbitrio. Insomma è come dire che se tua madre è demente allora puoi ucciderla, vi pare normale?». Ad affermarlo in un'intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano che il neurochirurgo Massimo Gandolfini, presidente dell'associazione medici cattolici della Lombardia, promotore del Family day e relatore nel nuovo convegno anti-gay che Regione Lombardia proporrà il 17 ottobre prossimo con il logo di Expo. Il riferimento è alla decisione del sindaco di Venezia di censurare dalle scuole qualunque libro potesse mostrare famiglie diversa da quella tradizionale.
Gandolfini ha anche dichiarato che «si devono rispettare africani, musulmani, disabili, gay e lesbiche. Ma per abbattere gli stereotipi di genere non può essere messa in discussione l’identità sessuale. Questo potrebbe generare una confusione pazzesca nei più piccoli. Rispettare gli omosessuali non significa cadere nel libero arbitrio totale». Ed ancora: «Essere maschio o femmina non è una questione solo di genitali. Noi abbiamo un patrimonio genetico e ormonale che determina affetti, emozioni, personalità. Gli uomini hanno uno sguardo sul mondo prevalentemente razionale, danno meno spazio ai sentimenti, hanno più forza nel corpo, hanno la tendenza a essere più aggressivi e impulsivi. Le donne, invece, sono più attente ai dettagli, alla circostanza, sono più premurose. I due sessi sono complementari».
Riguardo alla possibilità di far leggere "Piccolo uovo" al figlio, Gandolfini afferma: «Mai. Oppure glielo leggerei soltanto per spiegargli che il modello omogenitoriale è sbagliato. Trattare diversamente due cose diverse non è discriminare, ma trattare ciascuna per le proprie caratteristiche. Perché allora non approviamo la poligamia? O gli scambisti? A scuola bisognerebbe educare anche al rispetto dei bambini obesi, spesso vittime di bullismo, ridotti così per ragioni psicologiche e familiari».

Da notare è anche come l'intervista sia stata pubblicata il 18 agosto, ossia alcuni giorni prima della presa di posizione di Angelo Bagnasco che -utilizzando le medesime parole- ha provveduto ad imporre l'affossamento del progetto di legge sulle unioni civili. A meno di un'incredibile coincidenza, appare difficile pensare che dietro non ci sia una regia unica.
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