I fan della Davis chiedono il licenziamento del suo vice: contestano l'aver rilasciato licenze matrimoniali secondo la legge


Per mesi e mesi, Kim Davis ha ripetutamente sostenuto che il suo rifiuto di rilasciare licenze di matrimonio alle coppie formate da persone dello stesso stesso sesso fosse legato ad un problema di «libertà religiosa» e «mai una questione gay o lesbica». La donna e i suoi legali hanno più volte ripetuto quella frase nei tribunali, nonostante tutte le prove portino a pensare l'esatto contrario. Non è infatti un caso che la donna non si sia mai opposta al matrimonio di un divorziato o di altre persone eterosessuali che non confacessero i dettami dell'integralismo cattolico, ma quella violenza è stata riservata solo a gay e lesbiche.
Ma a dimostrare ancor più chiaramente l'ipocrisia ci hanno pensato i suoi supporter. Riunitesi dinnanzi al centro di detenzione dove è stato incarcerato Davis, hanno mostrato cartelli in cui si chiedeva l'immediato licenziamento del suo vice. La loro rivendicazione non si ferma dunque al sostenere che un cristiano non debba restare impunito se infrange le leggi invocando la propria coscienza, ma si spinge fino a chiedere il licenziamento di chi rispetta la Costituzione ed agisce secondo una coscienza diversa dalla loro.
Tra i vari cartelli, molti inneggiavano all'instaurazione di una legge biblica che dovesse essere ritenuta superiore alla legge civile, anche se qualcuno non ha mancato di notare come quei manifestanti fossero gli stessi che hanno manifestato contro gli islamici sostenendo che la sharia sia inaccettabile e che la religione non dovrebbe interferire con la loro politica. Ma al solito l'opinione cambia se si è dalla parte di chi usa la religione per imporre con violenza la propria volontà...
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