Il Ncd propone 4 anni di carcere e 2 milioni di multa per chi accede alla maternità surrogata
I senatori di Alleanza Popolare della commissione Giustizia Gabriele Albertini, Nino D'Ascola e Carlo Giovanardi, hanno presentato emendamenti per l'inserimento nella legge sulle unioni civili di «norme rivolte a sanzionare il commercio di gameti o embrioni e l'impiego della maternità surrogata o "utero in affitto" da parte di singoli come di coppie sia eterosessuali che omosessuali».
Nel testo si afferma che «chiunque organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o embrioni è punito con la multa da euro 600.000 a euro 1.000.000» e «chiunque, in qualsiasi modo, organizza, pubblicizza o utilizza la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da euro 1.200.000 a euro 2.000.000». Inoltre, «in caso di alterazione dello stato civile del neonato mediante false certificazioni o false attestazioni o altre falsità si applica l'articolo 567, comma 2, del codice penale; le disposizioni precedenti si applicano altresì quando il fatto è commesso all'estero da un cittadino italiani».
Risulta però difficile capire perché una normativa simile dovrebbe essere inclusa in una legge che non tocca minimamente l'argomento, così come quel riferimento alle «coppie» potrebbe lasciar trasparire la volontà di lanciare libero l'accesso a tali pratiche per i coniugi (al momento il testo completo della mozione non risulta rintracciabile se non mediante le frasi estrapolate dallo stesso Ncd). In tal senso si spiegherebbe perché stessi senatori propongono che debba essere «garantito il diritto alla conoscenza delle proprie origini e la tracciabilità a scopi medici, per i nati da maternità surrogata; nel certificato di nascita vanno riportati gli estremi anagrafici dei genitori biologici che hanno contribuito al concepimento e al parto, ovvero padre e madre genetica, nonché madre gestazionale».