Il Papa ha incontrato Kim Davis? La Santa Sede non smentisce (ma Bergoglio aveva negato di conoscere il caso)
La notizia è stata diffusa dagli avvocati di Kim Davis e da alcune vaticane anonime. Il New York Times ha anche provveduto ad intervistare uno di loro, Matt Staver, che nelle scorse ore aveva pubblicato un comunicato in merito sul sito del gruppo cristiano di cui è presidente. Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha detto di non voler negare che l'incontro sia avvenuto ma di non voler fare commenti in merito.
Di che cosa stiamo parlando? Di un incontro che Papa Francesco avrebbe avuto il 24 settembre a Washington DC con la funzionaria statale Kim Davis (nota per il suo opporsi con violenza al rilascio a coppie gay di licenze matrimoniali garantite dalla Costituzione degli Stati Uniti nonostante le molteplici condanne da parte dei tribunali). La donna si sarebbe trovata in città per ritirare un premio che le era stato assegnato da un'associazione di conservatori, a lei grati proprio per la sua posizione contro il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Staver, l'avvocato di Davis, ha detto che l'appuntamento era stato organizzato attraverso i funzionari del Vaticano e non attraverso i vescovi o la Conferenza episcopale degli Stati Uniti, e che è avvenuto nel pomeriggio dopo che il Papa aveva parlato al Congresso.
«Il Papa mi ha parlato in inglese -la dichiarato la Davis- non c'erano interpreti. Mi ha detto: grazie per il suo coraggio. Ho risposto: grazie a Lei, Santo Padre. In precedenza avevo chiesto a un monsignore quale fosse il modo corretto di rivolgersi al Papa, e se fosse appropriato che lo abbracciassi, e mi hanno detto che sarebbe stato ok abbracciarlo. È stato un momento straordinario. Resti forte, mi ha detto e mi ha dato in dono un rosario. Sono scoppiata a piangere, ero profondamente emozionata».
Peccato che questa posizione poterebbe a risvolti gravi, dato che ci troveremmo dinnanzi ad un pontefice che ha mentito nel corso della conferenza stampa tenutasi sul volo di ritorno da Philadelphia. In risposta ad una precisa domanda sul caso, premise che «Io non posso avere in mente tutti i casi che possono esistere in obiezione di coscienza».
Come avrebbe dunque potuto non essere a conoscenza del caso se avesse privatamente incontrato la donna e se le avesse detto parole di incoraggiamento per la sua obiezioni alle leggi degli Stati Uniti d'America? E perché mai un incontro simile si sarebbe dovuto svolgere in gran segreto?
Tutti i sondaggi effettuati mostrano come la stragrande maggioranza di americani non condivida l'azione violenza della funzionaria.