Il Parlamento Europeo invita l'Italia ad approvare i matrimoni fra persone dello stesso sesso


Ancora una volta l'Europa bacchetta l'Italia per la sua inadempienza nel garantire i diritti umani basilari alle coppie omosessuali. Dopo la sentenza di condanna emessa due mesi fa dalla Corte Europea dei diritti umani, ora è il Parlamento a chiedere all'Italia di uscire dal Medioevo.
La richiesta di «considerare la possibilità di offrire» alle coppie gay alcune garanzie giuridiche come «la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio» è stata inserita nel paragrafo 85 del rapporto sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione, approvato oggi a Strasburgo.
L'Unione Europea chiede anche che vengano condannati «con la massima fermezza la discriminazione e la violenza» e sanzionate tutte le cariche pubbliche che «insultano o stigmatizzano» omosessuali e transessuali.
Eppure su entrambi i punti l'Italia appare in ritardo. Non solo siamo dinnanzi ad uno dei parlamenti più omofobi d'Italia (che non riesce neppure a fornire informazione dinnanzi a comizi di propaganda d'odio basati su mere falsità), ma i lavori vanno a rilento anche rriguardo discussione sulla legge che introdurrebbe unioni di serie b riservati ai soli omosessuali sulla base di una diversa dignità sul piano giuridico in base all'orientamento sessuale. La Commissione al Senato risulta infatti paralizzata dall'ostruzionismo del Ncd che tenta di sfruttare gli oltre 1.200 emendamenti in attesa di discussione.
Giovanardi annuncia «una grande battaglia parlamentare», Gasparri afferma che «senza sostanziali modifiche, la legge non si farà» mentre Maurizio Sacconi ha presentato ulteriori modifiche agli emendamenti del Ncd cercando di far sì che le unioni civili non possano godere delle stesse provvidenze di cui godono le unioni matrimoniali «orientate alla procreazione».
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