Lucio Malan e la fobia gender (con tanto di clamorosi autogol)
In Italia il denaro può comprare tutto. Lo dimostra chi amaramente il Corriere della Sera nell'aver ignorato le proteste di migliaia di lettori nel ripubblicare nuovamente una pagina di istigazione all'odio firmata dall'associazione ProVita. Il paginone di disinformazione apparso il 20 settembre è infatti stato riproposto riproposta dal Corriere della Sera di Roma anche il 22 settembre a pagina 4 (foto).
C'è poi la pubblicità di istigazione all'isteria che Il Tempo ha pubblicato sulle sue pagine internet, così come i continui articoli che propongono le bugie di ProVita sotto forma di articoli privi di contraddittorio (senza manco chiarire se sia materiale a pagamento, così come sembrerebbe).
A tutto ciò si aggiungono anche altre pagine pubblicitarie a pagamento che l'associazione dice di aver pubblicato su quotidiani nazionali. In questo caso l'annuncio pubblicitario mira a creare paura nei genitori, sostenendo che sia necessario opporsi a qualunque progetto di contrasto alle discriminazioni e al bullismo dato che si sostiene siano diventati «il cavallo di Troia delle teorie ipirate al gender e della promozione dell'omosessualità e della transessualità». Ovviamente non è chiaro come un orientamento sessuale possa essere «promosso», ma a loro tanto basta per invitare i genitori a «ritirare i figli dai corsi»
È dunque evidente come l'associazione stia cercando di acquistare l'odio. Il timore, però, è che le loro risorse siano praticamente illimitate dato che l'integralismo cattolico potrebbe tranquillamente attingere a buona parte di quei 6.424.807.772 di euro che annualmente lo stato italiano sottrae alla comunità per destinarli alla Chiesa Cattolica.
Ad aggravare la situazione è la classe politica più omofoba d'Europa, con un Lucio Malan che non si accontenta più di bloccare i diritti di migliaia di cittadini attraverso l'ostruzionismo in Commissione, ma ora si mette pure a rilanciare e plaudire chi offende le minoranze a mezzo stampa attraverso messaggi falsi e terroristici. Viene così meno anche il compito di una politica che dovrebbe tutelare i cittadino ma che oggi, sempre più spesso, preferisce esserne carnefice per un qualche ritorno elettorale (in fondo è più facile legittimare odio piuttosto che risolvere problemi).
Interessante è constatare come Malan non abbia vergogna neppure di scherarsi dalla parte di Kim Davis, ossia di una dipendente pubblica del Kentucky che non vuole rispettare le leggi né le sentenze in nome del suo odio per le coppie gay (da qui la sua scelta di vietare il loro diritto costituzionale al matrimonio attraverso il rifiuto di seguire le leggi). L'articolo riproposto dal senatore di Forza Italia pare dunque suggerire che una presunta obiezione di coscienza debba garantire la possibilità di scegliere quali leggi rispettare.... chissà se resterà dello stesso parere anche se qualcuno gli ricorderà come la propria coscienza soffra all'idea di dovergli pagare lo stipendio...
Ma non finisce qui. Impegnato nel cavalcare qualunque occasione gli consenta di mostrarsi omofobo dinnanzi ai suoi elettori, il senatore ha pubblicato su Twitter un testo in inglese in sui si parlava di «ideologia gender», ossia di quella cosa che non esiste ma che secondo i cattolici dovrebbe portare i bambini a poter «scegliere» se essere maschi o femmine.
Ed è così che, con fare sprezzate, ha scritto: «ecco l'ideologia gender che "non esiste" in Sociology Guide». Peccato che il teso proponesse la vera ideologia gender e non certo quelle bufala da lui sostenuta, tant'è che l'articolo affermava:
L'ideologia gender si riferisce ad atteggiamenti che riguardano i ruoli, i diritti e le responsabilità degli uomini e delle donna in una società. La tradizionale ideologia di genere enfatizza l'importanza della differenza tra uomini e donne, dove gli uomini esaltano il proprio ruolo attraverso un lavoro che mantiene la famiglia, e le donne impersonano il proprio rimanendo a casa e badando ai figli. L'ideologia di genere si riferisce anche a credenze sociali che legittimano la disparità dei sessi.
A questo punto ci sarebbe un'altra domanda da porsi. Dinnanzi ad un senatore che pubblica cose che non comprende, come potremmo mai attenderci qualcosa di buono dal suo operato? E avrà compreso le assured affermazioni di ProVita o le avrà rilanciate solo perché parevano sufficientemente omofobe da assicurargli un ritorno elettorale da parte dell'elettorato neofascista?