Ma i fan di Adinolfi hanno idea di cosa sia l'amore?
Prendiamola un po' alla lontana. Nella controllare la posta trovo un messaggio di un ragazzo molto gentile che mi racconta di essersi sposato lo scorso anno in Portogallo. Mi scrive che «la nostra sincera felicità ha reso contenti tutto coloro che ci conoscono e che ci sono vicini» e che «l'Amore, se onesto e sincero, non distrugge o crea pericoli ma diffonde felicità». Tutto questo per giungere a porsi la più ovvia delle domande: «Mi arrovello ma non riesco proprio a capire come si possa aver paura dell'Amore. Bisognerebbe essere tutti dalla stessa parte uniti contro l'odio, l'indifferenza, la violenza e l'ignoranza ma invece siamo tutti contro tutti. Peccato». Mi racconta anche di aver condiviso la sua storia sulla pagina, nella speranza che la sua storia possa incoraggiare una qualche riflessione. «Vorremmo fare di più per tutti noi -dice- per ora condividiamo la nostra esperienza positiva e concreta».
Sarò anche diffidente, ma data la poca stima che nutro nei confronti dei fan di Adinolfi vado immediatamente a controllare le reazioni. Ed è così che noto come i commenti sono di inaudita violenza. C'è chi parte vaneggiando riguardo ad una «violenza perpetua di donne e bambini con la compravendita di uteri in affitto e neonati per coppie gay». Qualcun altro dice che «se riconosco la tua unione come matrimonio, poi tu all'adozione ci arrivi e non ti posso più fermare». Non manca pure il solito Tubertini, lo psicologo radiato dall'albo per manifesta omofobia, pronto a domandare: «Avete intenzione di scippare bambini a qualcuno?».
Insomma, dinnanzi a due persone che raccontano la felicità del loro matrimonio, i fan di Adinolfi non sanno che vomitare odio ripetendo come un mantra ciò che il loro leader gli ha inculcato nella mente, ossia che basta parlare a sproposito della maternità surrogata e qualunque offesa diventerà lecita. Peccato che l'argomento non c'enti nulla né con il matrimonio, né con la sessualità (la maggior parte delle coppie che ricorrono alla maternità surrogata sono eterosessuali, anche se a loro piace far finta di non saperlo!).
Ma due commenti meritano particolare attenzione. Un tizio di Rovigo scrive:
L'attrazione tra due esseri dello stesso genere non è neanche lontanamente paragonabile all'attrazione tra due esseri di genere diverso. È una fuga dalla realtà, dalla verità e questo bisogna dirlo. Non c'è complicità, non c'è complementarietà mentale, fisica, ormonale. Esiste solo la "felicità" di un atto sessuale ripetuto all'infinito senza uno scopo se non quello del piacere carnale, e alla fine resta solo una gran malinconia, una sensazione di fine e di vuoto. Fare l'amore con una donna è un'altra cosa, non solo sotto l'aspetto puramente carnale, ti immerge in un orizzonte di luce e speranza che dona la vita. Comunque, contenti voi contenti tutti, basta che non andiate a "comprare" figli.
Gli fa eco una donna di Parma, che aggiunge:
L'Amore vuol dire donare la propria vita per l'altro e non soddisfare le proprie esigenze. Specificato questo, non dico che tra i pari sesso che si uniscono questo non accada.
Ma semplicemente non stravolgere la Famiglia come Dio ha voluto formando un Unione tra un uomo e donna. Questo vuol dire che i pari sesso debbono avere diritti come persone ma non chiamarsi famiglia e pretendendo che la società si converta al pensiero e vita degli stessi. Siate felici di voi stessi ma non distruggete ciò che Dio ha creato anche perché Dio non può essere distrutto dall'uomo. Quindi conviviamo ognuno con le proprie realtà senza cercare, con la violenza o altri mezzi di pretendere pari diritti e doveri come la Famiglia eterosessuale
Dinnanzi a quei due commenti la mia rabbia per quelle offese gratuite si immediatamente è dissolta, lasciando spazio alle pena. C'è gente che sta lì a teorizzare a fantomatiche teorie, colte ad attribuire significati mistici all'attrazione sessuale, se non addirittura implicazioni bibliche (peraltro inventate di sana pianta) pur di trovare un appiglio che possa farli sentire migliori degli altri.
Persone che scrivono cose simili possono sapere che cosa sia l'amore? Può davvero essere felice chi passa il proprio tempo a trovare fantasiose giustificazioni alla propria condizione di coppia?
Sarà, ma fra le righe pare intravedersi tanta invidia, forse maturata da una vita di fallimenti che si scontra con la facilità chi ha avuto il coraggio di camminare a testa alta in mezzo al pregiudizio, forse dolorosa reminiscenza per chi non è stato capace di essere protagonista della propria vita. Perché se una persona ha bisogno di rimuginare sul perché ritenga migliore la propria relazione, forse è perché non ha mai sperimentato l'amore vero, quello che ti travolge al punto da farti sentire l'uomo più fortunato del mondo (e, come tale, incapace di sentirsi minacciato dalla felicità altrui).
Adinolfi dice che la proprità è impedire i diritti dei gay. Mi sento di dissentire e si affermare che sarebbe assai più utile investigare del perché ci sia così tanta infelicità in chi si unisce alla sua crociata discriminatoria (che, come dimostra la scienza, necessità di persone aggressive e insicure di sé)
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