Nicla Vassallo: «Siamo tutti diversi ed unici. L’importante è vivere questa unicità con gli altri»

Nicla Vassallo è una filosofa di fama internazionale, specializzatasi al King's College London ed attualmente professore ordinario di Filosofia teoretica presso l'Università di Genova. È lei ad essere stata intervistata da Sabino Maria Frassà in merito alle teoria del genere nell'educazione in Italia. Sappiamo infatti come il tema sia attualmente vittima di mistificazioni ed allarmismi.
La Vassallo ha ricordato come si stia parlando di «teorie» e non di «ideologie», dato che non si è dinnanzi a nulla che possa determinare un cambiamento nella realtà. Anzi, quelle teorie «spingono ad una maggiore consapevolezza di sé, mostrando come ci sia una differenza che tra genere e sesso. Da un lato gli esseri umani sono distinti geneticamente tra maschi e femmine, dall'altro lato i ruoli di maschi e femmine sono una costruzione sociale. I ruoli così determinati non sono storicamente assoluti, ma relativi al contesto socio-culturale che li determina: ricordiamoci che anche in Europa un secolo fa le donne non erano considerate idonee a votare e partecipare alla vita politica del proprio Paese».
Viene sottolineato come lo scopo dei corsi proposti sia solo una valorizzazione delle diversità. «Siamo tutti diversi ed unici -sottolinea- l'importante è vivere questa unicità con gli altri, capire che la società ed ogni forma di collettività è l'insieme di tante unicità, non la loro esclusione. L'esclusione porta alla solitudine, alla marginalizzazione e alla sofferenza di chi la vive».
Si nota come l'omofobia possa essere ancor peggiore del razzismo, dato che «un bambino di un'altra etnia, se viene discriminato, torna a casa e vive in una famiglia della stessa etnia che lo riconosce e lo consola, cosa succede ad un ragazzo omosessuale che vive in un contesto che lo discrimina, torna a casa e rivive questa non accettazione a casa?».
La professoressa spiega anche come «il problema non è solo rinunciare oggi a spiegare le teorie del genere; il problema oggi è rinunciare alla cultura e all'educazione: se lo si fa, l'occidente corre il rischio di un forte analfabetismo sentimentale. Ciò che è grave è che sia spesso un alfabetismo indotto: il pregiudizio e l’ignoranza rendono le masse molto più governabili. Pensiamo ad esempio cosa sta succedendo in Russia: vogliamo che in Italia avvenga lo stesso?».

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