Nuove mozioni omofobie a Trieste
Non si deve parlare di sessualità. La sessualità deve essere un tabù e qualunque genitore deve avere il diritto di impedire che i propri figli siano adeguatamente informati e che la loro salute fisica sia messa a rischio. Il tutto attraverso affermazioni false e teorie create a tavolino da chi le vuole imputare la nemico per mettere a tacere le sue rivendicazioni.
La situazione è un po' come se un povero si rivolgesse ai servizi sociali e questi, senza neppure ascoltarlo, decidessero di andare in giro a raccontare che quel povero vuole distruggere la società e che è fondamentale lasciarlo nella sua condizione (se non punirlo) per aver osato rivendicare un diritto. A voler usare i nomi reali,diamo dinnanzi a pura violenza, falso ideologico e nazismo.
Eppure è questa la rivendicazione di una nuova mozione omofoba presentata a Trieste dai consiglieri Luca Ciriani (FdI) e Barbara Zilli (LN) che spiegano: «Non è solo perché non venga introdotta la teoria "gender" ma anche affinché venga rispettato il ruolo della famiglia e perché vengano sempre coinvolti i genitori e i loro enti rappresentanti nei progetti educativi riguardanti affettività e sessualità».
Insomma, il bambino viene trasformato in una proprietà privata e si chiede allo Stato di ignorare il diritto fondamentale del minore ad essere informato. Si sostiene poi che la sessualità sia un argomento da demandare alla famiglia, in modo che ogni genitore possa decidere se informare i figli o se fargli del male in nome di un'ideologia tanto cara alle destre nazionaliste.
Ed è così che si dovrà poter al figlio di non usare i preservatoti perché al Papa non piacciono o potrà tacere sui rischi del sesso sicuro sperando che non metta incita una 14enne. tanto chissenefrega, ad essere inguaiata sarà la madre del piccolo e qui a nessuno frega nulla della vita altrui: Adinolfi è divorziato ma non vuole che gli altri possano divorziare, il Papa dice di non far sesso ma non vuole che gli altri si proteggano, ProVita odia i gay e allora si inventa false storie che possano legittimare la violenza (in una neo lingua in cui il bullismo omofobico diventa "liebrtà di espressione"). L'unica cosa importante è che nessuno si parlare di sesso perché la Chiesa vuole che il sesso sia considerato peccaminoso.
A spiegarci meglio le vere rivendicazioni è un articolo apparso mesi fa sulle pagine di un giornale integralista come Tempi, da sempre impegnato in una crociata contro l'uomo e i diritti umani (stando a ciò che scrivono nelle loro pagine, la loro posizione pare rivendicare che solo il cristiano integralista sia essere meritevole di diritti, il resto è carne da macello).
Raccontano con soddisfazione come fra i primi teorici dei fantomatico "gender" vi è sia tedesca Gabriele Kuby e come la donna abbia proposto le sue assurde teorie a Benedetto XVI. Dicono anche che il pontefice ne sia stato così affascinato da volerla incontrare di persona. In un articolo del 16 settembre 2014, è Benedetta Frigerio a raccontare i retroscena dell'incontro, riportando quelle che sarebbero state le parole di Ratzinger dinnanzi all'uso della fantomatica "ideologia gender" come appiglio per una crociata contro l'educazione sessuale: «Benedetto XVI che mi ha detto che l'educazione sessuale non è solo un lavaggio del cervello, ma è anche un "lavaggio dell'anima". Se i bambini sono sessualizzati si distrugge il loro senso di vergogna, il loro rapporto con i genitori, il loro rapporto in generale con l'autorità e quindi si distrugge il loro rapporto con Dio».
Ecco dunque che si sostiene che non importa la modalità, l'importante è che il sesso rimanga un tabù e che le nuove generazioni siano spinte a vivere con diffidenza la propria sessualità. ne consegue che qualcuno si sia inventato la fantomatica "ideologia gender" o che qualcun altro abbia mentito riguardo ai progetti di educazione sessuale dell'Oms. Il benessere del bambino appare secondario rispetto all'imposizione forzata di paure medioevali che facciano percepire la sessualità come un peccato.
Tornando alla mozione, il testo non manca di essere farcito delle solite falsità che servono a chiarire che quei partiti inneggiano alla discriminazione delle minoranze, consapevoli come basti legittimare l'odio per ottenere voti (come ben ci ha insegnato il fascismo). Ed è così che si sostiene che «oggi più che mai ci troviamo di fronte a un'emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda tematiche relative all'affettività, in alcuni casi, purtroppo, questa è diventata sinonimo di educazione alla genialità, priva di riferimenti etici e morali, discriminante per la famiglia fatta da uomo e donna».
Ecco dunque che si sostiene che sia fondamentale che un bambino sia picchiato ogni qualvolta provi a scoprire il proprio corpo (perché questo è ciò che suggeriscono le linee guida dell'Oms, non certo le fantomatiche "lezioni di masturbazione" sostenute da gruppi di istigazione all'odio come i ProVita) e si rivendica una presunta superiorità razziale della famiglia composta da un uomo e una donna, oggi più che mai indicata come una razza ariana che possa legittimare la riapertura di campi di sterminio.
Citando poi la stampa integralista e non i documenti ufficiali (cosa molto grave per un'istituzione che dovrebbe rispondere ai cittadini e non alle lobby catto-fasciste) la mozione sostiene anche che: «Riconoscere la diversità tra uomo e donna non significa discriminare, il vero e principio dell'eguaglianza non nega l'esistenza delle differenze, non le azzera, ma le accoglie e le valorizza in quanto portatrici di ricchezza e complementarietà».
Ovviamente nessun documento ha mai parlato di annullare le differenze, tant'è che la richiesta è proprio quello di valorizzare anche le differenze che vadano al dirà dello stereotipo dell'uomo eterosessuale e della donna eterosessuale. Ma la rivendicazione giunge quando i due consiglieri svelano le carte nello spiegare che si sostiene che l'omofobia non debba essere contrastata a scuola ma che a parlarne debbano essere le famiglia (ovviamente solo nel caso in cui non vogliano alimentarla) data la presunta «delicatezza del tema». Riprendendo la peggior propaganda di Putin, asseriscono infatti che se un bambino dovesse conoscer la diversità, allora si «mandare in confusione» loro identità sessuale.
Per la serie, facciamo del male ai bambini e diciamo che lo stiamo facendo per loro. In questo caso, poi, non ci si limita solo a mettere a repentaglio la vita di migliaia di adolescenti lgbt, ma persino quei ragazzi eterosessuali che dovrebbero essere informati sui rischi legati al sesso. Eppure la posizione è chiara: si taccia su tutto e si lasci che i bulli picchino i gay e che gli autodidatti ingravidino ragazzine di 14 anni.
Ecco che ancora una volta c'è da riappropriarsi del linguaggio per sostenere che siamo noi a voler "difendere i nostri figli" dall'ideologia di chi vorrebbe tacere loro le informazioni che li renderebbero uomini liberi e capaci di poter scegliere per il proprio futuro attraverso una corretta informazione. Perché le scuole che vengono auspicate da questi movimenti ricordano un po' troppo i campi di educazione ideologica della gioventù hitleriana...